Recensione - “La collina di Dio”
Di Fabrizio
Massimilla
Editore:
Scatole Parlanti
Collana:
Voci
Pagine: 120
Prezzo:
euro 13,00
Data di
uscita: 21 settembre 2018
Mi sono
immerso con grande entusiasmo nel secondo libro di Fabrizio Massimilla, che ho
imparato a conoscere grazie al suo primo romanzo “Una vita per tre” che vi ho
recensito un anno fa e che aveva come argomento l’amicizia, una storia stupenda con protagonisti tre amici.
Questo suo secondo lavoro, edito da “Scatole Parlanti”, ha invece come protagonisti
un nonno e il suo nipote. E’ una storia di una vita molto particolare e di due
generazioni: da una parte l’ormai anziano Nicola e dall’altra il suo adorato
nipote Domenico. La narrazione è molto avvincente e non vi nascondo che a
tratti è anche davvero commovente. Lo stile di scrittura dell’autore è
ulteriormente migliorato, lo percepisco più sicuro di se stesso, più a suo agio
e con tanta voglia di raccontare la storia. Anche in questo romanzo ho
ritrovato dei passaggi molto intensi e profondi come piacciono a me e che
rispecchiano anche il suo stile. La maturità che ho riscontrato non è solo
nello stile narrativo, ma anche nella storia e nel tema che ha voluto
affrontare questa volta. Si parla di guerra, di storia, di sofferenze e si
capisce che c’è dietro tutto uno studio perché il romanzo possa procedere su
binari scorrevoli e corretti. Il nonno col suo carattere a volte leggermente
scontroso, ma bonario, si apre al nipote e alle sue domande, per trasmettergli
e raccontargli i difficili e pericolosi momenti vissuti, le sue sensazioni che
andavano dal timore alla paura, dalla speranza alla voglia di ritrovare la sua
serenità e la sua tranquillità nella vita di tutti i giorni, grazie anche al
posto incantevole de “La collina di Dio”. Durante la storia narrata da Nicola, fanno
il loro ingresso altri personaggi e le vicende si complicano e il lettore
soffre insieme a loro. Si intuisce bene, infatti, la sofferenza ed il timore di
non farcela, la paura ed il desiderio che tutto si sistemi e di riuscire a
tornare a casa propria in Calabria.
Un romanzo
avvincente, in cui ci sono colpi di scena a volte dolorosi, insegnamenti di
vita, spunti di riflessione, tutto condito da un ritmo piacevole, mai pesante
né troppo storico.
In tutta
onestà temevo che questo secondo libro mi piacesse meno del primo, ma Fabrizio
Massimilla è riuscito a stupirmi e farmi gradire anche “La collina di Dio”,
facendosi notare anche per una sua notevole maturità narrativa. La parte che mi
è piaciuta di più è la seconda, a mio avviso più ricca di passaggi e di riflessioni
profonde ed intense che tanto amo perché hanno la capacità di emozionarmi e di
farmi riflettere.
Ho
apprezzato molto anche l’amore si percepisce per la propria terra, un elemento che purtroppo
ai giorni nostri non è sempre presente e che trovo, invece, molto importante,
le nostre origini sono, infatti, alla base di tutto.
Concludo
con un passaggio :
“Quando si
vive in una nuova realtà non si ha tempo da dedicare al passato, ma solo
all’adattamento per il futuro. Però, ci sono dei momenti particolari. Istanti
di frenetica inattività che portano a pensare. Questo istinto non può essere
controllato dalla mente umana perché essa si attiene al momento dei ricordi,
dell’intimità. Così, ognuno si perde nei propri affari, nelle proprie persone,
nei propri profumi.”
Trama
Due
generazioni a confronto nel cuore della Calabria. Nicola è un nonno che
racconta a Domenico, il nipote, un capitolo affascinante della propria lunga e
difficile esistenza. Una vita trascorsa con un punto di riferimento quasi
magico: la “collina di Dio”, un luogo baciato dalla bellezza della natura, nel
quale fin da ragazzino ha sognato di poter costruire il proprio avvenire.
Tuttavia,
il percorso del protagonista per raggiungere la serenità è ricco di difficoltà
e privazioni, nello scenario di un’Italia lacerata dalle disgrazie della
seconda guerra mondiale. Nicola rievoca la propria ingenuità giovanile, la
semplice necessità di sognare un futuro assieme alla donna che ama, un faro che
lo guida nelle disperate nebbie degli eventi bellici.
Nel
romanzo, l’anziano uomo si confronta con Domenico anche sul senso di appartenenza
che li lega alla terra calabrese, nel tentativo di conservare nelle generazioni
successive quel senso di unità familiare che ha permesso alla società di
risorgere dalle proprie macerie
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