Recensione - "Quel che non sai di me”

"Quel che non sai di me”
Di Silvia Meconcelli 
Editore: Scatole Parlanti
Collana: Voci
Pagine: 133
Prezzo: euro 13,00
Data di uscita: 4 ottobre 2017


Questo libro rientrerà tra i miei preferiti di quest’anno. La sua storia è talmente profonda ed intensa che arriva dritta al cuore del lettore e se in alcune parti lo fa soffrire, dall’altra trova una sensazione di pace, perché finalmente la protagonista raggiunge quel momento di benessere interiore dopo aver espresso tutto ciò che aveva dentro. Infatti Nina, occupandosi della madre malata, si apre a lei con un monologo molto sincero, schietto ed intimo. Forse sapendo che a causa della sua malattia non le può rispondere, si sente più forte e trova il coraggio per raccontarle tutto il mondo che ha dentro di sé e di come ha vissuto gli anni di quando era bambina. Si narrano i temi della loro vita, i diversi momenti di grande sofferenza che lei ha dovuto affrontare da piccola e, a causa di essi, ha faticato a crescere, passando periodi di intenso buio, di dubbi e di profonda tristezza oltre a tanta solitudine. Indubbiamente la vita di Nina non è stata per nulla facile, ma si nota con piacere che, alla fine, è riuscita a tornare a galla, a non arrendersi e a superare i momenti neri che ha incontrato.
Ho amato follemente questo libro che è veramente un gioiellino, grazie all’intensa e curata scrittura di Silvia Meconcelli che ha narrato il tutto con grande bravura facendomi vibrare il cuore, provocandomi, in alcuni passaggi, una vera commozione. E’ impossibile non percepire le sensazioni che vengono raccontate, come è anche impossibile non venire coinvolti durante la lettura che scorre come un fiume in piena e da cui non ci si riesce a staccare fino al termine della storia.
Un libro che a tratti fa male, fa soffrire, ma che dimostra come la vita possa anche avere la sua rivincita come sia possibile arrivare, alla fine, ad essere in pace con se stessi, dopo tutta quell'immensa sofferenza. E’ meraviglioso il fatto che se da una parte si percepisce il dolore, dall’altra si riesca a sentire la grande pace che la protagonista prova con se stessa. Ciò che ho ammirato e che mi ha colpito è il fatto che Nina racconti alla madre la sofferenza che ha passato facendolo senza rancore senza rabbia nè cattiveria e, secondo me, sta qui la grande capacità della scrittrice nel narrare la storia: riuscire a raccontare in modo pacato, ma facendo percepire lo stesso ai suoi lettori le sensazioni di umana sofferenza e di immenso dolore che ha vissuto la protagonista.
Veniamo quindi a scoprire la Nina bambina, il suo mondo fatto di solitudine, di mancanza di affetto e di ferite interne. Nina è cresciuta con un grande bisogno di amore, che non ha mai avuto dai genitori e lo cerca con chiunque venga in contatto. Molto del suo tempo lo passa all’interno di un collegio di suore dove una di loro diventa il suo punto di riferimento dandole l’affetto e le attenzioni che tanto necessita, ma poi arriverà il momento in cui dovrà affrontare la vita da sola fino a diventare la donna adulta che ha dentro di sé una grande forza ed ora anche la pace e la serenità grazie al chiarimento con sua mamma, le quali nonostante tutto comunque si amano.

Moltissimi sono i passaggi che meriterebbero di essere citati, tanti i momenti di grande profondità ed intensità che spero di essere riuscito un po’ a trasmetterveli , ma vi invito davvero a leggere questo libro e vi lascio qui sotto uno che ho scelto

“Credo che sia stato un atteggiamento naturale quello di voler nascondere le mie debolezze e ostentare una forze e una sicurezza che a volte dentro di me non avevo. Era un gesto di protezione verso me stessa. Dentro di me c’era un mare di insicurezza e io volevo nasconderlo per non affogarci dentro... Ho dovuto lavorare sodo su me stessa e con gli altri negli anni per far emergere anche il bello del mio carattere, la mia personalità, la mia generosità e la mia voglia di aiutare gli altri…”

Trama
Il 26 aprile del 1943 gli aerei statunitensi colpirono il cuore della Maremma. Una tragedia che portò centinaia di grossetani a stravolgere le proprie esistenze, costretti a risollevarsi in una città ferita. Nina, cresciuta tra le macerie di quel dramma, è una donna apparentemente forte e realizzata. Assiste l'anziana madre ripercorrendo quegli anni difficili, mettendo a nudo le tante domande rimaste senza risposta in una situazione familiare difficile. Le storie delle due donne si sono rincorse su binari differenti, tra le numerose divergenze che hanno portato Nina a preferire i libri a un destino di stenti e ignoranza. Scelte che hanno avuto un costo, motivazioni che finalmente la donna ha la possibilità di spiegare alla madre in una lunga confessione. Rievocando le figure e le situazioni che le hanno permesso di essere in pace con se stessa.



Commenti

  1. Grazie mille, sono felice che il libro ti abbia emozionato, è quello che mi rende più felice, provocare delle emozioni. Hai capito e descritto esattamente quello che è Nina, una donna che è forte e fragile allo stesso tempo, una donna che sa contare su se stessa ma ha anche bisogno dell'affetto degli altri per andare avanti, una donna che, alla fine dei conti, accetta le proprie debolezze. Perché nessuno è perfetto. Grazie.

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    1. Grazie a te di aver scritto un libro così intenso, profondo che arriva al cuore!

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