Intervista all'autore: Barbara Raymondi
Carissime
lettrici e cari lettori,
eccomi con
una nuova ed interessante intervista. Alle mie domande ha risposto Barbara
Raymondi autrice del libro “Le bugie dei bravi ragazzi”, di cui trovate la
recensione nel Blog (andate a leggerla e poi tornate qui).
Una bella
intervista piena di umanità e di calore. Una persona ottimista e positiva che può essere un esempio per molti di noi a inseguire i propri sogni !!!
Barbara Raymondi, è nata a Padova , dove vive e dove è laureata in
Scienze della Comunicazione. Le piace leggere e scrivere romanzi. E’ una
precaria doc, molto moderna in questo senso, ma non smette di inseguire il suo
obiettivo! Il primo libro che ha scritto si intitola "C'è di peggio",
il secondo "Le bugie dei bravi ragazzi". Ha anche un profilo Instagram
(barbara.raymondi) e un Blog: lebugiedeibraviragazzi.blogspot.it dove tratta
argomenti differenti in maniera semiseria, come nei suoi romanzi: dove le
avventure dei protagonisti sono raccontate sempre con tratti ironici, un po' cinici
e disincantati.
In
effetti ho incontrato qualche difficoltà
in fase di stesura della versione finale: le vite dei tre personaggi dovevano
incastrarsi perfettamente, tutto doveva avere un senso. Dovevo capire cosa
tagliare, o al contrario decidere se aggiungere sfumature o particolari per
rendere tutto il più reale possibile.
2 – Quando
e come è nata la tua passione per la scrittura?
Credo sia
esplosa al termine dell'ennesimo contratto lavorativo, un lavoro che odiavo,
che mi prosciugava. Zero creatività: era un ambiente chiuso e alienante.
E' successo
un po' per caso: un giorno mi sono seduta davanti al computer, ho iniziato a
scrivere e non ho più smesso. Da lì ne è uscito C'è di peggio, il mio primo
romanzo che qualche mese fa ho sistemato un po', l'ho “asciugato”. C'era molta
rabbia e irrequietezza nel libro, me ne portavo dietro un bel po' in quegli
anni.
3 – C’è un
avvenimento che ha fatto scaturire in te l’idea di scrivere una storia come
quella del tuo libro?
Mi sono
laureata in Scienze della Comunicazione, all'epoca sembrava fosse la facoltà
del futuro, ma non avendo le conoscenze o gli agganci giusti tutto il mio
entusiasmo si è spento dopo poco tempo. Il primo stage fu in un ufficio stampa,
9 ore al giorno, 200 euro al mese e tra le mansioni più importanti c'era quella
di dover portare giù il cane a fare la pipì. Poi colloqui assurdi, classiche
domande imbarazzanti, lavori a tempo determinato poco edificanti... Conosco
persone validissime, ma bloccate a causa del sistema che evidentemente non
sempre si basa sulla meritocrazia. Nessuno dà un'occasione ed è molto difficile
emergere o seguire le proprie aspirazioni. Ho pensato quindi di scrivere un
romanzo sulla precarietà lavorativa e sentimentale, sulle ambizioni, sui sogni
infranti e forse sul riscatto che ognuno di noi merita.
4 –
Racconti tre storie, con tre protagonisti diversi, a cui sarai ovviamente
affezionata, ma c’è uno di loro a cui tieni di più? Io personalmente a
Benedetta.
Sono
affezionata a tutti e tre, ma forse sono un po' più legata a Sole perché, come
lei, anch'io ho avuto colloqui surreali e svolto lavori tremendi. Tra le altre
cose mi sono ritrovata a fare sondaggi telefonici... In effetti c'era un muro
color crema stinto davanti a me, ma nessun ragazzo carino di fianco!
Benedetta è
molto fragile e delicata, è finita in una spirale buia, ma saprà riscattarsi,
riuscirà a trovare la forza dentro di sé, anche grazie all'amicizia e a chi non
la giudica.
5 – Una
frase del libro afferma: “il mondo è pieno di bugie” . A volte molti di noi ci
cascano credendoci, tu invece riesci a smascherare chi te le racconta e come
reagisci?
Ci
caschiamo tutti, a volte fingiamo di crederci o magari lasciamo correre. Anche
dire sempre la verità è difficile, chissà perché. Forse per paura di deludere o
per non complicarsi la vita. Dopo un po' le bugie vengono a galla, soprattutto
se sono grosse... In genere affronto la questione, se ne vale la pena.
6 - Ci puoi
raccontare, se c’è, un aneddoto sul tuo libro?
Il famoso
asciugamano della Nazionale del 1982... ce l'ho! Un po' sbiadito, ma sempre
glorioso.
7 – Come è
nata l’idea di dare il nome di “Bobbysolo” a un tuo personaggio?
Un
pomeriggio mentre camminavo ho notato un uomo in una macchina, un personaggio
bizzarro, se ne stava lì seduto col finestrino abbassato. Indossava i classici
occhiali a goccia con le lenti sfumate e portava un ciuffo lucido pettinato
all'indietro, ma più che Elvis Presley, mi ricordava la versione nostrana e
“decadente” di Bobbysolo.
8 – Oltre
alla scrittura quali sono le altre tue passioni?
Mi piace
guardare i film, amo viaggiare, andare al mare e leggere. Meglio ancora se
leggo al mare. E mi piacciono i tatuaggi.
9 - Quali
sono i tuoi autori e libri preferiti: puoi citarmene un paio?
Dipende dal
momento, (molti) anni fa con Ammaniti ho capito che non esistevano solo i
classici imposti al Liceo. Ogni cosa è illuminata di J. Safran Coen, La breve
favolosa vita di Oscar Wao di J. Diaz e Nanà di E. Zola, per citarne alcuni.
10 -
Sperando in un altro tuo libro, ti chiedo se puoi anticiparci qualcosa circa i
tuoi progetti per il futuro?
In effetti
sto scrivendo il terzo romanzo... vediamo come andrà a finire, i personaggi mi
sembrano ancora cinici!
Le bugie dei bravi ragazzi era stato
selezionato come finalista dalla Scuola Holden in un concorso, vorrei provare a
spedirlo a qualche casa editrice. Chissà se mi risponderanno o se faranno come
con i curricula...
11 - La
copertina ha, secondo me, un significato, una interpretazione (io ho una mia idea ): se è così e se puoi, ce lo sveli?
Siamo come
barchette di carta in mezzo al mare, spesso siamo fragili, magari in balia
delle correnti o dei venti, però possono capitare anche cose meravigliose, in
fondo tra le onde si può provare la vera libertà.
12 - Infine
una curiosità: qual è stato il tuo ultimo libro che hai comprato e/o letto?
Sto
leggendo Il cardellino di Donna Tartt , 892 pagine e mi sta piacendo davvero
molto.
Grazie di aver risposto alle mie domande
A presto !!!
Gabriele
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