Intervista all'autore : Silvia Meconcelli
Buongiorno a tutti voi
Silvia Meconcelli è nata a Grosseto nel 1975. Laureata all’Università di Firenze, dopo alcune esperienze all’estero ha deciso di tornare in Maremma, dove attualmente vive con la sua famiglia. L’amore per la sua terra ha ispirato il suo primo romanzo Quel che non sai di me, edito da Scatole Parlanti, primo classificato al III Premio Letterario “Città di Siena” 2017.
3. Mi descriveresti il tuo romanzo con tre aggettivi?
ho il piacere di avere per la rubrica delle interviste con gli autori la scrittrice Silvia Meconcelli, autrice del bellissimo libro "Quel che non sai di me" di cui ovviamente trovate la recensione qui nel blog
Silvia Meconcelli è nata a Grosseto nel 1975. Laureata all’Università di Firenze, dopo alcune esperienze all’estero ha deciso di tornare in Maremma, dove attualmente vive con la sua famiglia. L’amore per la sua terra ha ispirato il suo primo romanzo Quel che non sai di me, edito da Scatole Parlanti, primo classificato al III Premio Letterario “Città di Siena” 2017.
Altri riconoscimenti: Finalista al Premio Letterario
Nazionale “Bukowski” 2017 (sez. inedito)
Terzo classificato al Premio Letterario Nazionale
“Giovane Holden” 2017 (sez. inedito)
Menzione di merito al Premio Letterario “Argentario”
2017
Premio Speciale Pianeta Donna al Premio Letterario
Internazionale “Montefiore” 2018.
L’idea di questo
romanzo è nata dall’esigenza di raccontare la storia di Nina, una donna a me
molto cara. Nina ha vissuto una vita straordinaria, una vita difficile, ma si è
sempre risollevata grazie alla sua grande forza. Inoltre, avevo bisogno di
scrivere per buttare fuori tante cose che non sono mai stata capace di dire a
parole e Nina mi ha dato questa opportunità.
2. Un pregio
ed un difetto della protagonista Nina?
La forza interiore è il pregio di Nina. La aiuta ad
andare avanti, nonostante le mille difficoltà, senza mai fermarsi, a testa
bassa. Il difetto è la paura di rimanere sola, per questo fa di tutto per
circondarsi di persone, manda avanti il carosello perché ha uno smisurato
bisogno di sentirsi cercata, reclamata, amata.
Intimista, storico, scorrevole.
4.La copertina a mio avviso ha un suo significato o
sbaglio?
Assolutamente sì,
volevo qualcosa che coprisse il volto, segno che una parte di noi è conosciuta
e un’altra è misteriosa. All’inizio pensavo ai capelli al vento, poi ho voluto
qualcosa che fosse meno spontaneo e più ricercato, proprio per evidenziare
questo contrasto. Ringrazio Luca Verduchi della casa editrice per
l’illustrazione.
5. Da parte tua che
messaggio invece vorresti arrivasse al tuo lettore?
Il messaggio che
vorrei che arrivasse al lettore è che difficilmente riusciamo a conoscere
veramente bene le persone che ci stanno vicine, in modo particolare i nostri
genitori o i nostri figli. Con la maternità mi sono ritrovata ad interrogarmi
sul complesso rapporto tra madre e figlia, rendendomi conto solo da madre
quanto sia difficile conoscersi. Da figli diamo tutto per scontato. Ho voluto
dunque impostare il romanzo come una confessione e ho scelto volutamente di
mettere la protagonista in una condizione di libertà assoluta, ovvero davanti a
una madre malata che non può risponderle, in modo che Nina non avesse nessun
tipo di vergogna e di paura di una risposta. Questo perché troppo spesso
abbiamo proprio timore di quella risposta, di quella replica secca e severa che
ci ammutolisce e non ci fa andare avanti. Alla fine non si tratterà di un vero
e proprio monologo di Nina, perché la mamma, anche se non può risponderle con
le parole, lo fa con i gesti, con la bocca, con una smorfia o con un sorriso.
Durante il racconto le due donne appaiono profondamente diverse e distanti, ma
pagina dopo pagina si capisce quanto, in realtà, siano legate e quanto amore
abbiano l’una per l’altra nonostante le diversità e le scelte di vita
totalmente differenti. Grazie a questa confessione Nina recupera il legame con
sua madre e riesce ad accettare finalmente le proprie insicurezze e la propria
vulnerabilità. Al mio lettore vorrei dire di cogliere l’occasione per
approfondire il rapporto con i propri genitori/figli e di recuperare legami
persi o distanti. Siamo sempre in tempo e ne può valere la pena.
6 - Immagino non
sia stato facile scriverlo dato il forte ed intenso tema che
affronta, o sbaglio ?
In alcuni momenti è
stato difficile, soprattutto quando Nina ha smesso di raccontare. Mi sono
accorta che alcuni ricordi le facevano male e faceva fatica ad andare avanti.
Non ho voluto esagerare con le domande, le ho lasciato la sua intimità. Ho
dovuto quindi inventare molti personaggi e situazioni. E’ stato divertente, ma
anche molto complesso.
7. Puoi anticiparci
se hai in progetto un altro libro?
Si c’è un
manoscritto inedito dal titolo “Pazze di libertà”, è nel cassetto che aspetta
il suo momento. Poi c’è qualcos’altro in testa, ma sono in fase istruttiva, sto
leggendo per prepararmi.
8. Ci puoi
raccontare, se c’è, un aneddoto sul tuo libro?
Non ci sono
aneddoti particolari da raccontare. Posso dire che durante la scrittura ho
provato ad immedesimarmi in Nina, ho riso e ho pianto pensando di essere lei.
Quando Nina l’ha letto, alla fine, mi ha chiesto come facevo a sapere certe
cose che non mi aveva mai raccontato. Ecco, questa è stata la cosa più
emozionante che poteva dirmi.
9. Oltre alla
scrittura quali sono le altre tue passioni?
Amo viaggiare e
andare alla ricerca di nuove culture, mi piace visitare i mercati locali, dove
la gente del posto passeggia e ci sono i profumi tipici. Amo fare sport. Amo
leggere.
10. Quali sono i
tuoi autori e libri preferiti: puoi citarmene un paio?
La mia autrice
preferita è senza dubbio Gioconda Belli, una scrittrice nicaraguense che ha
partecipato alla lotta sandinista contro la dittatura prima di diventare
scrittrice e giornalista. Il suo miglior libro per me è la Donna Abitata edizioni
E/o, che consiglio a tutti di leggere. Amo molto anche Daniel Pennac e tra le
autrici italiane Margaret Mazzantini e Donatella Di Pietrantonio.
11. Infine una
curiosità: qual è stato il tuo ultimo libro che hai comprato e/o letto?
Ultimamente compro
troppi libri, che metto sul comodino a farmi compagnia in attesa del loro
turno, non riesco a leggere così velocemente, non più di un paio di libri al
mese. Ultimamente pur di comprare libri li regalo al mio compagno, adesso sto
leggendo “Le otto montagne” di Cognetti, che avevo comprato per lui. Uno degli
ultimi libri che ho letto e mi è rimasto nel cuore è il reportage sulla Siria
di Francesca Borri “La guerra dentro”.
Grazie di aver risposto alle domande
a presto
Gabrio
Grazie di aver risposto alle domande
a presto
Gabrio
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