Recensione - “L’ultima bambina d’Europa”
“L’ultima
bambina d’Europa”
Di
Francesco Aloe
Editore:
Alter Ego
Collana:
Specchi
Pagine: 180
Prezzo:
euro 13,00
Data di
uscita: 20 marzo 2017
In questo
periodo mi capita di leggere e scoprire un nuovo mondo: quello “distopico” a
cui mi sto appassionando.
Infatti
anche questo romanzo fa parte dello stesso genere quindi è, sicuramente, un
libro particolare che si differenzia dalle mie solite letture, un argomento
molto avvincente ed inconsueto che tiene incollati alle pagine specialmente i
lettori più curiosi.
Tratta un
storia sconvolgente e spaventosa, quasi apocalittica attraverso le disavventure
che avvengono durante il viaggio di una famiglia (formata da una coppia di
coniugi e dalla loro figlia Sofia) che emigra in cerca di una zona migliore e
più vivibile, dirigendosi verso il Sud dell’Italia e andando poi oltre dato che
la loro meta è l’Africa. Un viaggio molto emozionante, in cui l’autore cerca di
trasmetterci le varie sensazioni dei protagonisti, le loro terribili sofferenze
e le immense paure, ma anche la speranza che cercano di non perdere mai, si
aggrappano, infatti, ad essa con tutte le loro forze anche nei momenti più
difficili e cruenti, di cui il libro è molto ricco, cercando di andare oltre,
di superare i moltissimi ostacoli che incontrano. Le scene sono descritte in
modo schietto, dettagliato, a volte forte, ed avvengono in luoghi spesso
particolari, specialmente per ciò che si trovano davanti, cioè diverse tragiche
immagini che, sicuramente, resteranno impresse nella loro memoria.
La storia,
inoltre, lancia molti interrogativi su cui riflettere e discutere. Oltre a tutto ciò, è da
apprezzare il forte senso della famiglia, il valore che si dà alle piccole cose
che per noi potrebbero essere insignificanti ed invece per loro sono
importantissime. Molto importante risultano essere la forza, il coraggio e la
speranza che ci si impone e che si cerca di trovare dentro di sé per affrontare
le avversità del momento. Un libro che ci incoraggia a non arrenderci mai, specialmente
quando sembra che la situazione sia davvero impossibile da superare.
I tre
protagonisti, infatti, incontreranno persone a cui opporsi duramente e dalle
quali scappare, pericoli da superare e luoghi per nulla confortevoli né
accoglienti. In tutto ciò lottano, temono ma vanno avanti.
Una storia molto toccante (spesso infatti ci si commuove) che provoca nel lettore forti
emozioni ed è, inoltre, ricca di avventura. Diverse scene sono descritte bene ed
in modo veramente avvincente, da coinvolgere profondamente chi sta leggendo grazie anche all’autore ed al suo modo di scrivere molto scorrevole che non
annoia, ma anzi tiene sempre desta l’attenzione, infatti è un romanzo che si
legge velocemente, da cui non ci si riesce a staccare anche perché si è curiosi
di scoprire che cosa accadrà alla famiglia, se riuscirà ad arrivare a
destinazione e in che stato.
E’ bello
notare come Francesco Aloe riesca a scrivere un omaggio al libro di McCarthy,
“La strada”, in modo cosi ben riuscito
che sicuramente è da promuovere.
In
conclusione vi propongo un passaggio del libro:
“Perché mi
chiamo Sofia?” “Perché sei come il vento” disse l’uomo, “sei come il soffio del
vento”. La bambina sorrise. L’uomo le tolse un pezzo di fango secco che aveva
tra i capelli. La accarezzò. ”Quando sei nata” disse “soffiava uno strano
vento, Tua madre se lo ricorda benissimo, durò una settimana, giorno e notte.
Appena sei nata ha smesso”…
Trama
Un
terribile quanto improvviso cambiamento climatico ha reso invivibile la maggior
parte delle terre emerse. Il freddo e la neve hanno preso il sopravvento in
tutta l’Europa e i pochi esseri umani rimasti, per lo più uomini adulti,
lottano per la sopravvivenza, tra insidie ambientali e pattuglie militari senza
scrupoli intenzionate a evitare l’emigrazione di massa verso l’Africa, un continente
lontano ma che sembra immune alla dilagante disgrazia.
Con un vero
e proprio omaggio letterario allo straordinario La strada di Cormac McCarthy,
Francesco Aloe immagina il cammino di una famiglia su una via lunga e
rischiosa. La strada in questo romanzo è percorsa da un uomo, una donna incinta
e una bambina. A unirli e tenerli in vita non sono solo il poco cibo e qualche
coperta ma soprattutto il desiderio profondo di raggiungere incolumi la terra
“dove ancora vivono gli uccelli” e ricominciare, da lì, un nuovo futuro,
lontano dalle violenze e dalle atrocità a cui hanno assistito durante il loro
lungo viaggio.
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