Recensione - “L’astronauta perduto”


“L’astronauta perduto”
Di Andrea Tagliaferri  
Editore: Eclettica Edizioni
Collana: Vagone ristorante
Pagine: 165
Prezzo: euro 13,00
Data di uscita: 11 aprile 2018

Un libro davvero molto particolare ed assai stimolante in un formato comodissimo da leggere e da portare sempre con sé, inoltre con una curiosa e moderna copertina, questo in sintesi il mio pensiero circa “L’astronauta perduto”.
La curiosa storia che viene narrata ha per protagonista un ragazzo alla ricerca di se stesso, e devo ammettere che a volte fa riflettere molto anche noi lettori. Ciò che ho apprezzato è la vita comune che si respira nel romanzo, lo scorrere veloce della storia, delle varie azioni, un ritmo non frenetico, ma piacevolmente movimentato ed arricchito da avvenimenti spesso particolari che danno brio e freschezza a tutto il libro. Vengono affrontati anche diversi argomenti, a volte seri ed importanti, in cui ci si può rispecchiare ed interrogarsi oltre ad seguire i personaggi ed il loro modo di far fronte ad essi chiedendosi come agiranno a tale proposito.
Lo stile di scrittura di Andrea Tagliaferri è indubbiamente molto moderno, coinvolgente e scorrevole. Ci sono passaggi che ci divertono ed altri più seri che ci fanno riflettere. Ogni tanto capita di sentirsi smarriti, ma credo che sia proprio questo una delle intenzioni dell’autore, oltre a sottoporci degli interrogativi. Una storia adatta più o meno a tutti.
Durante la lettura si incontrano dei passaggi profondi che ci danno la possibilità di pensare, di affrontare tematiche che fanno parte della vita di tutti i giorni e su cui ci si può trovare d’accordo con l’autore o dissentire.
Senza dubbio il protagonista e lo stile narrativo sono i due punti di forza del romanzo che invogliano a leggerlo senza fermarsi, incuriositi e stimolati. Un libro davvero originale che dimostra la bravura narrativa dello scrittore e che mi ha sorpreso piacevolmente. Lo consiglio sicuramente, ma forse non è per tutte le età a causa di alcuni temi seri o a volte di una terminologia particolare un pochino colorita che comunque ci sta perché rende tutto più spontaneo e veritiero.
I passaggi di riflessione sono, a mio avviso, molto profondi e da rileggerli anche a libro concluso, per assaporare al meglio il loro significato ed il loro messaggio. Inoltre ho apprezzato alcune piacevoli descrizioni e vorrei tanto visitare il “Lago della Verità” per godermi un po’ la sensazione di benessere che pare si respiri lì.

Concludo con un pezzettino del romanzo:

“Molte persone sono sole. Questa è importante sottolineare, la gente vuol parlare di sé ed essere ascoltata, come gli alberi. E’ una cosa piacevole rendere felice la gente. Di contropartita è anche la cosa più stressante perché, in qualche modo, è come se ti caricassero sulle spalle altri problemi, oltre ai tuoi….”

Trama
"È la storia di un gatto che si morde la coda e di una coda morsa da un gatto. È una storia senza né capo né coda, un rincorrersi circolare che non porta da nessuna parte: è appunto un circolo vizioso. Coloro che prima di voi hanno letto questa storia, non ne hanno più fatto parola: deduco che siano rimasti senza parole. Ma che storia è mai questa? È la storia di un garzone di bottega che ama scrivere e che trae ispirazione dalla quotidianità che lo circonda. Il protagonista è alle dipendenze del padre nella bottega di famiglia, ma vuol fare lo scrittore, studia all'università ma con scarsi successi, cerca Dio su di un monte contemplando un lago, fuma erba per sentire la voce dei suoi cani e dorme supino. È fidanzato con una ragazza bellissima e convivono. Poi, una notte, dopo essere inciampato, una luce lo avvolge e tutto cambia. È una storia triste che fa sorridere, o una storia divertente che fa piangere e pensare: a voi la scelta."

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