Intervista all'autore: Angélique Gagliolo
Buongiorno
a tutti voi,
per l’intervista
della settimana questa volta è il turno di Angélique Gagliolo e del suo piacevole libro “L’uomo che misurava
il tempo” (la recensione la potete leggere qui nella sezione apposita)
Angélique
Gagliolo
Vive tra le
verdeggianti montagne carniche con il
marito, due bambine piccole e un gattoo, sempre affaccendata per conciliare la
famiglia e il lavoro a tempo pieno da impiegata. Ama leggere, scrivere e
realizzare piccoli lavoretti creativi con le proprie mani.
Ha esordito
nel 2008 con Il valore di un libro, edito da Progetto Cultura. Il suo racconto
La parente povera è stato inserito nella raccolta Vita da precari – tra
creatività e follia, e-book edito da CastelloVolante. Nel 2015 ha pubblicato con Panda
Edizioni 1976 – L’urlo dell’Orcolàt, storia ambientata durante il tragico
terremoto del Friuli del 1976. Molti dei suoi racconti sono sparsi per il web e
facilmente reperibili sul suo blog.
www.atelierdiscrittura.blogspot.com
www.facebook.com/gagliolo.angelique
1 – Come è nata l’idea di scrivere questa storia
che trovo molto carina e di piacevole lettura?
Innanzitutto
grazie per lo spazio e il tempo che mi concedi e un caro saluto a tutti i
lettori del tuo interessantissimo blog.
Il libro è
nato da un’antica leggenda che vorrebbe come fondatore della famosa fabbrica di
orologi F.lli Solari un pirata genovese. Per chi non sapesse la F.lli Solari si
fregia dell’onore di avere inventato il sistema a palette, visibile in ogni
tabellone segna orari delle stazioni ferroviarie e degli aeroporti. Sebbene si
dica che ogni leggenda abbia un fondo di verità, questa si è dimostrata del
tutto infondata, ma mi aveva ormai affascinato e in testa continuava a girarmi
una domanda: “Ma perché proprio un pirata genovese?”. Non trovando la risposta
da nessun’altra parte me ne sono immaginata una.
2 – Come ti
saresti comportata che fossi una degli abitanti del borgo, come agiresti
davanti a Spano?
Questa è
una domanda molto difficile. Considerato che siamo nel 1700, probabilmente la
mia cultura e quindi il mio modo di pensare e agire sarebbero stati molto
differenti rispetto a oggi, ed essendo una donna, probabilmente, sarei rimasta
a margine e difficilmente avrei accolto uno straniero nella mia cerchia, ma più
per evitare problemi “sociali” che per vera convinzione. Un po’ come succede
alla mamma di Lucina… ma non aggiungo altro, per non svelare troppo a chi
ancora non ha letto il racconto.
3 – Un
pregio e un difetto di Spano Solari?
Pregio:
Spano Solari è molto determinato e tutta la sua vita lo dimostra. Ogni cosa se
l’è guadagnata con caparbietà e con le proprie forze.
Difetto: è
molto orgoglioso e questo gli creerà dei problemi sia lungo la strada per
raggiungere il suo scopo, sia con la propria coscienza.
4 – Che
rapporto hai con il tempo e con gli orologi?
La passione
per gli orologi mi è stata sicuramente tramandata da mio papà, che ne è
appassionato. Ma bisogna anche aggiungere che oltre a vivere nella Valle del
Tempo (Val Pesarina – Comune di Prato Carnico in provincia di Udine) dove è
stata fondata la fabbrica di orologi F.lli Solari, sono nata in Svizzera,
patria per eccellenza degli orologi!
Il tempo,
invece… inesorabilmente passa, a volte troppo in fretta…
5 – C’è un
messaggio in particolare che vuoi inviare al tuo lettore?
Credo che
ogni lettore colga un proprio messaggio, che sia di speranza, di coraggio, o
altro. Ho scritto questa storia, come detto sopra, principalmente per me. Poi,
mi basta che sia una piacevole lettura e che in qualche modo possa far
conoscere un pochino la mia terra: bella, un po’ selvaggia, e purtroppo poco
nota.
6 – La
copertina è davvero interessante: come è nata e come è stata scelta?
Inizialmente
avevo intenzione di rivolgermi a un grafico per la realizzazione della
copertina e per farlo, oltre a vagliare l’operato di una lista di
professionisti per individuare quello che più si avvicinava alle mie necessità,
ho iniziato a ricercare sul web delle immagini in libero uso, con il solo
intento di proporgli delle idee concrete da cui partire per iniziare a
lavorare. Sono incappata per puro caso sull’immagine che ora occupa tutta la
copertina e me ne sono letteralmente innamorata. Era quella giusta sotto tutti
gli aspetti: l’uomo con la barba ricordava il mio protagonista, gli ingranaggi
ricordavano gli orologi, la raffigurazione attirava l’attenzione in maniera
magnetica. E tutto senza aver bisogno di altri interventi se non l’aggiunta
delle scritte essenziali di una qualsiasi copertina (titolo, nome autore,
quarta di copertina). A questo punto non avevo bisogno di un grafico e tanto
valeva risparmiare un po’.
7 - Quali sono i tuoi autori e libri preferiti:
puoi citarmene un paio?
Oltre ai
grandi classici come 1984, Farhenheit 451, Cime tempestose, il Ritratto di
Dorian Gray, amo molto Sandro Veronesi e più di recente ho scoperto Alice Basso
e la sua eroina Vanni Sarca.
8 – Oltre
alla scrittura quali sono le altre tue passioni?
Innanzitutto
amo leggere e poi cucinare e realizzare piccoli lavoretti con le mie mani,
imparare tecniche nuove e provare a realizzarle, senza pormi limiti se non
quelli del (poco) tempo a disposizione e del mio gusto personale.
9 -
Sperando in un altro tuo libro, ti chiedo se puoi anticiparci qualcosa circa i
tuoi progetti per il futuro?
Nel
prossimo futuro c’è un testo che per il momento sta nascendo sotto forma di
prosa, ma che dovrebbe diventare poi una sceneggiatura per un film. Poi sto
meditando un sequel de L’uomo che misurava il tempo, perché mi è stato chiesto
da alcuni lettori. Infine, mi piacerebbe molto scrivere un giallo…
10 - Infine
una curiosità: qual è stato il tuo ultimo libro che hai comprato e/o letto?
In questo
momento sto leggendo Victorian horror story di Mala Spina, genere steampunk a
cui mi sto avvicinando per la prima volta. L’ultimo libro acquistato, invece, è
La mia famiglia e altri animali di Gerald Durell, che leggerò durante la
vacanze, perché quando viaggio mi piace immergermi nelle atmosfere del luogo
anche attraverso le letture e questo mi è stato suggerito perché ambientato a
Corfù (non vado proprio a Corfù, ma sempre su un’isola greca).
Grazie del tempo che mi hai dedicato
Gabriele
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