Recensione - “I giorni”

“I giorni”  
Mauro Cotone
Editore: Alter Ego
Collana: Specchi
Pagine: 158
Prezzo: euro 13,00
Data di uscita: 6 dicembre 2017

“I giorni” è sicuramente un libro molto originale ed insolito rispetto agli altri. Una storia che suscita in noi lettori emozioni e sensazioni diverse. Una volta che si inizia a leggerlo, sono tante le domande che ci facciamo pagina dopo pagina. Grande è lo stupore per come l’autore sia stato bravo a scrivere un romanzo così curioso e di gradevolissima lettura. Quando si riesce a stupire il lettore in questo modo, credo che sia un bel traguardo ed un ottimo risultato.
Mauro Cotone, imbastisce una specie di commedia in formato quasi da reality in cui il protagonista si trova chiuso in un magazzino e da lì parte la storia seppure surreale, ma davvero curiosa ed interessante.
Forse alcuni spalancheranno gli occhi, ma qui si racconta delle giornate del protagonista in compagnia dei manichini con i quali fa amicizia, dando loro pure dei nomi riuscendo a renderli come umani anche a noi. Inoltre ha la brillante idea di dare vita ad un concorso letterario proprio con loro. Un libro che a prima vista può sembrare un po’ forte e molto strano, ma è qui il bello che non si riesce a smettere di leggerlo perché si è davvero curiosi di scoprire come la storia si evolva man mano che si procede, si diventa quasi euforici perché se da una parte si è sbalorditi, da un’altra magari si è stupiti di come il protagonista riesca a muoversi e ad agire in quel luogo chiuso per moltissimo tempo, da un’altra ancora si intuisce e poi si realizza, comunque, che l’autore ha un suo messaggio che vuole inviare e lascia che sia il lettore ad interpretarlo a suo modo facendosi diverse domande, (per esempio come mai Magazzino viene scritto con la maiuscola) quasi come se volesse sfidarlo nel corso della lettura con le varie scene davvero fuori dalla realtà. Stupire, ma in modo originale ed interessante, stuzzicando durante le pagine. Molto carina l’idea del concorso letterario mi ha intrigato ed incuriosito. A volte si prova un po’ di tenerezza e di tristezza per la solitudine forzata a cui il protagonista è costretto, si percepisce la sua sofferenza, il suo sconforto ed il suo disagio specialmente dovendosi adattare a certe particolari situazioni e ci si interroga: come  avremmo reagito al suo posto? Poi si arriva anche ad ammirarlo per come reagisce e per la fantasia che dimostra in quella situazione, nell’organizzarsi le giornate e specialmente nell’utilizzo delle cose che ha a disposizione. Leggendolo, infatti, non potrete far a meno di mettervi al suo posto e di farvi un po’ di domande su come vi comportereste o come agireste se vi capitasse una situazione del genere. A volte durante la lettura si prova, a mio avviso, anche un po’di claustrofobia, di nervosismo ed agitazione e ciò avviene se ci si lascia andare facendosi coinvolgere in questo interessante romanzo di Mauro Cotone, che vi consiglio se avete voglia di leggere qualcosa di davvero diverso dal solito (che, secondo me, farebbe bene), per riflettere, perché indubbiamente una storia del genere ci porta a fare dei ragionamenti, inoltre è un libro davvero nuovo nel suo genere. Solo il finale, forse, l’avrei voluto diverso perché mi ha lasciato un po’ perplesso e non mi ha soddisfatto completamente. La scrittura dell’autore è indubbiamente singolare come tutta la vicenda, non fatevi spaventare, perché di manichini nella nostra vita ne abbiamo visti molti e non mi riferisco a quelli di un magazzino.

Concludo scegliendo uno tra i vari brillanti passaggi che si trovano all’interno de “I giorni”:

“E’ stato forse in quel momento che ho fatto una scelta: la sensazione di quegli attimi, il senso di vuoto che mi hanno convinto a mettere da parte lo sconforto, a fare come un naufrago che decide finalmente di organizzarsi, di sfruttare al massimo quello che la natura gli ha concesso”.


Trama
Cosa succederebbe se, da un momento all'altro, senza una spiegazione razionale, ci trovassimo prigionieri di un luogo chiuso, senza via d'uscita né alcun contatto con l'esterno? Se, anzi, non ci fosse più un esterno ma solo un infinito, eterno hic et nunc? Forse, come accade al protagonista del romanzo di Mauro Cotone, proveremmo ad aggrapparci alle poche certezze che abbiamo intorno; forse, anzi, cercheremmo intorno a noi delle certezze, le costruiremmo facendo appello alla nostra ragione, o al poco che ne resta. E, allora, se un magazzino zeppo di ogni genere di articolo diventasse una sorta di biblioteca borgesiana, e l'unico modo per mantenere la lucidità fosse individuare tutto ciò che in esso è contenuto, censirlo con precisione, dargli un nome, un ruolo, creeremmo un nonluogo, una terra al confine tra ragione e follia, realtà e immaginazione. Un luogo della mente in cui tutto sarebbe possibile, in cui non ci sarebbe bisogno di alcuna spiegazione.

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