Intervista all'autore: Francesco Nucera

Buongiorno a tutti voi
Per il momento “L’intervista all’autore”, vi propongo questa settimana quella con Francesco Nucera autore del libro “Ernesto, genesi di un eroe” la cui recensione come sempre la trovate nel blog.
Vi invito a leggere le sue interessanti e costruttive risposte. 



Francesco Nucera 

è nato nel 1979 a Milano, dove lavora per il Soccorso Sanitario.  
Dal 2015 fa parte del team di Minuti Contati, sito web che promuove gli autori emergenti.
Nel 2016 ha vinto il Premio Letterario “Città di Casteggio” e nello stesso anno è stato finalista del "Trofeo Rill" con il racconto La Commedia dell’Arte, presente nella raccolta Tutto inizia da O, e del "Terni Horror Fest".
Potete trovare i suoi racconti in svariate antologie e riviste.
Nel 2017 ha vinto "Sfida", un concorso parallelo al Trofeo Rill e ha pubblicato Le mille facce della stessa moneta (Augh! Edizioni).
Ernesto - genesi di un eroe (Augh! Edizioni, 2018) è il suo primo romanzo.



1 – Se ci sono state, che difficoltà hai incontrato durante la stesura del libro e come si è svolta?

La storia è lunga, quanto spazio ho per rispondere?
Cercherò di essere il più conciso possibile.
Ernesto Valsecchi è nato nel secolo scorso, quand'ero uno studente delle superiori, e da allora non mi ha mai lasciato. C'era un problema: io non ero in grado di scrivere un romanzo.
Quasi vent'anni dopo, nel 2013, mi sono detto che era arrivato il momento di Ernesto. Mi sono messo d'impegno e in tre mesi ho scritto il romanzo. A quel punto avevo in mano una bella storia, ma scritta da cani.
Non avevo il tempo di frequentare corsi di scrittura così mi sono buttato in questo fantastico mondo che è il web. Ho iniziato a frequentare Minuti Contati e La Tela Nera, due forum di scrittura. Il primo mi ha fatto conoscere Maurizio Bertino, con cui ora gestisco il sito dedicato al contest e mi ha insegnato a pulire la scrittura. Racconti di massimo 3000 caratteri richiedono di pesare bene le parole. Il secondo mi ha fatto incontrare autori veramente accaniti che, “schiaffo” dopo “schiaffo”, mi hanno forgiato.
A gennaio 2017 ho deciso che ero pronto. Ho ripreso in mano Ernesto e l'ho riscritto da capo.
La vera difficoltà arriva ora. Il libro sembra piacere, ma io mi sento in colpa per “Il Comandante”. Se a scrivere la sua storia fosse stato qualcun altro, Ernesto avrebbe il pubblico che merita.

2 – C’è stato un avvenimento in particolare che ti ha invogliato a scrivere un romanzo del genere?

Nulla in particolare. Ho scritto Ernesto perché non tollero il perbenismo milanese. Sento dire che il capoluogo lombardo è tollerante verso le diversità e la cosa mi fa accapponare la pelle. Molti confondono il menefreghismo per tolleranza.
Io sono stato un bambino meridionale cresciuto negli anni '80 nella periferia sud di Milano. I genitori di alcuni miei amici mi chiamavano “Il Terrone” e “L'è un terun ma l'è un brav fieu” era il complimento massimo che potessi ricevere.
La cosa bella è che io sono nato a Milano.
Cose come: “Non si affitta ai terroni”, “Quelli piantano i pomodori nella vasca da bagno”, “Vengono qui a rubarci il lavoro e le donne” sono esistite veramente al nord.
Quando ho visto l'orologio azzerarsi, e la gente accanirsi contro gli stranieri, mi sono detto che bisognava lanciare un allarme, un monito su quanto il razzismo non abbia limiti.

3 – Com’è avvenuta la scelta della copertina?

La copertina è un “regalo” di Vincenza Fava che, oltre ad aver fatto un lavoro magnifico di editing, ha avuto la brillante idea.
Io avevo pensato a una cosa molto più pacchiana ma, quando Luca (il curatore grafico di tutto il gruppo di Alter Ego Edizioni) mi ha contattato con la bozza già pronta, mi sono commosso. Quell'immagine era stampata nitida nei miei pensieri fin da quando ho immaginato Ernesto e loro sono riusciti a realizzarla.
Non smetterò mai di ringraziarli.

4 –.All’interno del libro c’è un’ampia pagina dedicata ad una melodia, ti va di raccontarmi qualcosa di essa e circa la tua decisione di inserirla?

A dire il vero hai rischiato di non leggerla. Durante l'editing ho chiesto a Vincenza se era il caso di tenerla. L'avevo scritta di getto, cercando di immaginare cosa si potesse provare in una situazione simile, ma arrivato al dunque mi sembrava un po' presuntuosa: non ho nessuna nozione né di poesia né, tanto meno, di musica.
Però la scrittura è presunzione, tanto valeva lasciarla. Negli ultimi tempi sto pensando che non mi dispiacerebbe trovare qualcuno disposto a musicarla…


5 – Quali sensazioni hai provato mentre scrivevi “Ernesto”?

Tutte quelle che prova il lettore e forse qualcuna in più. In alcuni punti ho faticato ad andare avanti, il dolore era troppo, ma la storia doveva proseguire. Ci sono alcuni passaggi tremendi, che ho vissuto come se ci fossi io nella storia.

6 -  Ci puoi raccontare, se c’è, un aneddoto sul tuo libro?

Ernesto è cresciuto con me, quindi gli aneddoti sono tanti.
Posso dirti che, a una settimana dalla stampa, Igor e Cristiano avevano altri nomi. Che “Genesi di un eroe” originariamente era il titolo di un racconto contenuto ne “Le mille facce della stessa moneta”, la mia raccolta uscita l'anno scorso. Che citazione di Ghali è stata una vera folgorazione. Lui in poco più di tre minuti ha riassunto quello che io ho scritto in 280 pagine. Insomma, di cose da dire ce ne sono tante.

7 –  In un passaggio del libro, citi due libri tra cui uno dei personaggi deve scegliere: Il Signore degli anelli e il conte di Montecristo, come mai questi due?

Perché sono due libri che ho adorato e, visto che non so se avrò modo di pubblicare altro, mi sembrava doveroso omaggiarli.
In Ernesto ho inserito la vendetta, tema portante del Conte di Montecristo e ho cercato di emulare alcune atmosfere de “Il Signore degli Anelli”. Chiaramente con risultati diversi dall'originale, ma l'importante è l'impegno.

8 – Oltre alla scrittura quali sono le altre tue passioni?

Te li dico in ordine di apparizione nella mia vita:
1) Il calcio è stato il mio primo amore. A sette anni inseguivo il pallone su qualsiasi superficie. Ho smesso di giocare nel 2012 per limiti fisici e per la nascita di Filippo, il mio terzo figlio. Anche se in maniera molto contenuta, ora mi puoi ancora vedere urlare davanti al televisore durante le partite del Milan.  
2) La lettura è un'amica che ho conosciuto a dodici anni al mare. Galeotto fu “La compagnia dei Celestini”, di Stefano Benni, che mi fece amare i libri da cui non i staccai più. Adoravo leggere sdraiato sul letto fino all'alba.
3) I superalcolici buoni. Dai diciassette ai ventidue anni ho fatto il barman nel pub di famiglia e lì sono rimasto folgorato. L'alcol è un amico subdolo, se non stai attento ti tradisce, ma quando impari a conoscerlo scopri che è accompagnato da una cultura millenaria.

9 -  Quali sono i tuoi autori e libri preferiti: puoi citarmene un paio?

Sicuramente Il conte di Montecristo e Il Signore degli anelli. Tra i classici posso citarti “Il ritratto di Dorian Gray” e gli “Harry Potter” (possiamo già considerarli classici?).
Autori te ne dico un po', perché io mi innamoro della loro voce e poi ne consumo la produzione. Stefano Benni, Daniel Pennac, Valerio Massimo Manfredi e Chuck Palahniuk mi hanno fatto appassionare alla lettura.
Negi ultimi anni ho scoperto Lorenzo Marone che ha dalla sua una tecnica inarrivabile e una capacità di emozionare unica. Occhio anche a Dario Tonani che a breve potrebbe diventare il signore italiano della fantascienza.
Ci sarebbero da citare anche una sfilza di autori emergenti, ricchi di talento, che ho avuto la fortuna di conoscere come Alberto Büchi e Livio Gambarini.
Sono veramente tanti gli autori pronti a regalarvi storie eccezionali, bisogna solo aver pazienza e un pizzico di fortuna.

10 - Sperando in un altro tuo libro. ti chiedo se puoi anticiparci qualcosa circa i tuoi progetti per il futuro?

Tenendo presente tutte le incognite della piccola editoria, posso dirti che, in tempi relativamente brevi, dovrebbe uscire il mio secondo romanzo. L'ho scritto e ho già l'editore, ora dobbiamo iniziare a fare l'editing. Se ti aspetti qualcosa di simile a Ernesto preparati alla delusione, il prossimo sarà una commedia horror con pretese trash. Con le dovute proporzioni, sarà una versione italiana di Shaun of the Dead.
Dopodiché, a meno che Ernesto non venda milioni di copie e io mi trovi beatamente imbrigliato da questo genere letterario (che fatico a distinguere), credo che per un po' continuerò a scrivere per divertirmi. Quindi potrebbe essere qualsiasi cosa.

11 - Infine una curiosità: qual è stato il tuo ultimo libro che hai comprato e/o letto?

Gli ultimi due letti sono: Un ragazzo normale, di Lorenzo Marone e ASAP, un esperimento letterario portato avanti da Livio Gambarini, Marco Cardone, Polly Russel e Marco Lomonaco.
Attualmente sto leggendo Polvere, di Enrico Pandiani.


Prima di salutarti e ringraziarti ancora per lo spazio che mi hai concesso, vorrei fare un piccolo appunto.
In questi anni mi sono impegnato molto, ho letto e studiato per affinare la mia scrittura, ma non sarei mai migliorato senza le critiche, anche feroci, di due beta lettori coma Diego Ducoli e Roberto Romanelli. Insieme a mia moglie Pamela, leggono ogni riga che scrivo e danno consigli mai banali. Gli devo veramente tanto.

Ora la smetto e chiudo veramente.
Grazie a te e a chi si prenderà la briga di leggere questa intervista!

Grazie mille per il tempo che mi hai dedicato

A presto
Gabrio


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