Recensione - “Porn food”
“Porn food”
Editore:
Leone
Collana:
Sàtura
Pagine: 280
Prezzo:
euro 12,90
Uscito l’ 8
marzo 2018
Perbacco
che romanzo !!!! Ebbene sì già dal titolo molto particolare, il libro si
preannuncia una lettura assai diversa da tante altre.
Indubbiamente davanti alla scrittura di Andrea Campucci non si resta indifferenti, sia per il suo
stile, sia per il contenuto che per il linguaggio, un po’ colorito, che
utilizza durante la narrazione e che mi ha ricordato Charles Bukowski. Questo
suo racconto lascia sicuramente il segno nel lettore, che viene catturato fin
dalla prima pagina, sia per la curiosità di capire dove l’autore voglia
arrivare, o che cosa intenda trasmettere con la sua storia sopra le righe, sia
perché scrive in modo avvincente, moderno, fuori dal comune e sappiamo bene che
le cose originali ci colpiscono sempre e catturano la nostra attenzione.
E così è
stato anche per me. Mi ha inghiottito tra le sue parole, tra le sue pagine fino
alla fine.
La storia
scorre molto bene, a volte in modo frenetico ed avvincente ed i personaggi, assai
particolari, fanno la loro parte per intrattenere il lettore.
Il titolo
dà il nome al progetto di una compagnia che allestisce uno spettacolo molto bizzarro,
come già si intuisce dal titolo la cui ambientazione è sicuramente davvero stravagante.
Andrea, il protagonista che è in fuga, si aggrega alla troupe come giornalista
e verrà coinvolto attivamente. E’ un libro che a volte fa sorridere, come per
esempio i particolari titoli di ogni capitolo, che può imbarazzare chi è un po’
pudico (a cui forse questo il libro non è indicato), ma divertirà coloro che
vogliono una lettura fresca, moderna e molto vivace, i quali gradiranno anche
l’originalità delle vicende del protagonista. Egli, inoltre, è un personaggio molto
ben caratterizzato ed interessante. Solo alla fine, con un colpo di scena
spettacolare, si capirà, la vicenda ed anche un altro suo lato molto
importante. Inoltre segnalo l’uso di nomi simpatici e significativi, come per
esempio un programma televisivo dal titolo “Ariafritta” o un altro protagonista
che si chiama Porcellacchio…
Indubbiamente,
secondo me, l’autore scrivendo un libro cosi politicamente scorretto, vuole
lanciare anche un messaggio di cui mi sono fatto una mia idea, ma non volendo
far spoiler non ve la anticipo, lasciando a voi il gusto di leggerlo. Inoltre è
un romanzo estremamente alla moda e giovane, tanto che fanno la loro presenza
anche i vari social che vengono usati dal protagonista in modo molto attivo.
Unica cosa
che non ho gradito, ma è un mio gusto personale e chi segue le mie recensioni
lo sa, è l’uso troppo frequente ed insistente dei nomi di marche e di prodotti.
Personalmente non mi piace, ma so che altri, invece, gradiscono perché si
sentono più coinvolti e vicini ai personaggi usandoli pure loro e quindi
trovano dei punti in comune.
Concludo come sempre con una frase presa dal romanzo:
"... in breve celebriamo l'uomo e le sue conquiste, il progresso delle scienze e della cultura. Ripercorriamo la storia di questo nostro Occidente attraverso un elemeno ben preciso ........"
Trama
In fuga
dopo aver ammazzato uno sconosciuto in un ambulatorio medico, Andrea si spaccia
per giornalista e si aggrega a una scalcinata troupe, impegnata nelle riprese
del progetto Porn food nella discarica di Mangiastracci. Intanto sui social
compare la notizia dell'arresto dell'assassino ma Andrea, invece di esserne
sollevato, sente montare in sé la frustrazione per essersi fatto rubare la
scena. Durante le riprese la lettura del testo fa riaffiorare in lui sinistri
episodi creduti ormai sepolti e, tra allucinazioni e inquietanti storie su un
misterioso omicida del passato, Andrea arriverà a dover recitare in prima
persona un ruolo che fino a quel momento non avrebbe mai immaginato, riannodando
il filo di una trama iniziata molti anni prima.
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