Intervista all'autore: Liliana Onori


Buongiorno lettrici e lettori,
bentornati al momento dell’intervista all’autore. E’ il turno dLiliana Onori che ha risposto con entusiasmo alle mie domande ed è uscita, secondo me, una piacevole e solare intervista.
Prima di leggerla, come sempre vi consiglio di passare un attimo a dare un occhio alla recensione del suo libro “Come il sole di mezzanotte” che trovate nel blog e poi di ritornare qui.




Liliana Onori, il suo amore per i libri e la scrittura ha radici lontane. Sin da bambina, infatti, scriveva brevi racconti fantasy per i compagni di scuola. Trentasei anni, diplomata al liceo socio​psicopedagogico e impiegata presso la Biblioteca Nardi di Roma, Liliana Onori ha sempre fatto della scrittura la sua principale attività, cimentandosi in diversi generi sino ad arrivare, nel 2008, alla pubblicazione del romanzo “Ritornare a casa” per Aletti Editore. “La prima volta che ho preso la penna in mano – confessa – ho capito che da quel momento l’unica cosa che avrei voluto fare per sempre era scrivere”








1 – Se ce ne sono state, che difficoltà hai incontrato durante la stesura del libro?

Un libro è difficile da scrivere nel suo intero, non ci sono singole difficoltà. Sicuramente, alcune parti sono più complicate da descrivere, ma nessuna pagina è semplice. Alcune scene richiedono un sacrificio emotivo consistente perchè per poter descrivere determinati sentimenti o sensazioni, devi concentrarti e provarli tu stesso nel tuo cuore, nella tua testa e sulla tua pelle nello stesso istante in cui li stai descrivendo. Devi attingere ai tuoi ricordi, certe volte, e non è sempre piacevole. Quando poi magari la descrizione non ti convince e devi ricominciare, magari ci devi rimettere mano più volte finchè non è esattamente come vuoi tu, devi ogni singola volta indossare quei sentimenti e quelle sensazioni da capo. Scrivere un libro è come morire. Ad ogni capitolo, è come se ti portasse via un po' di vita, che ti viene restituita solo quando scrivi la parola FINE in maiuscolo. Ma il ritorno è immenso, ovviamente. E ne vale la pena fino alla fine.

2 – Quando e come è nata la tua passione per la scrittura?

La mia non è una passione. Scrivere è la mia natura. Io non amo solo farlo, io devo farlo. Sono visceralmente obbligata a tenere la penna in mano e ad appoggiarla su un foglio. E' come provare a dirvi perché ho le braccia. Ce le ho e basta. E' complicato da spiegare, ma è come avere un fuoco nella pancia che non puoi gestire ma che controlla tutto te stesso. E' qualcosa che non c'entra niente neanche con la pubblicazione. Ovviamente, la pubblicazione permette al libro di essere letto da più persone, di essere apprezzato e amato, se sei fortunato, ma io scriverei comunque, anche se i lettori fossero solo i miei amici più stretti. Non posso farne a meno, va oltre la mia volontà. E' più forte.

3 – C’è un avvenimento che ha fatto scaturire in te l’idea di scrivere una storia come quella del tuo libro?

No, in realtà per questo libro non c'è stato. Solitamente mi nasce in mente un'idea, così, dal nulla, e per giorni ci penso e ripenso e ripenso, e piano piano comincio a svilupparci intorno una trama di personaggi e avvenimenti. Poi comincio a metterla su carta e lì, in quel momento, nasce il romanzo vero e proprio.

4 –I sentimenti sono i protagonisti del libro: tu che cosa hai provato mentre scrivevi lo scrivevi?

Io fondamentalmente sono tutti i miei personaggi, sia quelli positivi che quelli negativi. Ogni loro sfaccettatura caratteriale è la mia (qualcuna chiaramente è stata estremizzata per esigenze, diciamo così ahahah). Ogni personaggio è me, quindi io provo tutto quello che provano loro, dall'amore alla gelosia, dall'odio al rancore, dal perdono alla vendetta, dalla paura alla immensa gioia. E provo ogni singolo sentimento nel momento esatto in cui lo devo descrivere.

5 – Anna è una interessante eroina: come è nato il suo personaggio?

Come ti dicevo prima, storia e personaggi mi nascono in mente un po' dal nulla, ma già con caratteristiche fisiche e caratteriali ben delineate, poi li sviluppo man mano che scrivo. Anna è sicuramente atipica per i suoi tempi e per il suo status sociale. E' una nobile, ha avuto tutto dalla vita, eppure è in cerca di qualcosa di più, in un certo senso. Mentre le sue coetanee parlano di fare un buon matrimonio con un partito degno, lei per esempio gli risponde che un titolo nobiliare non basta a fare una coppia, che non dà la felicità, e non si cura delle loro rimostranze né di quelle di sua madre che la vorrebbe sposata con un nobile che invece lei detesta e di cui rifiuta insistentemente la corte. Quando conosce Julian, un marinaio quasi del tutto analfabeta, che è cresciuto in un ambiente totalmente diverso da suo, Anna si innamora di lui incurante di tutto l'abisso che li separa, e la stessa cosa succede a Julian. Più volte nel romanzo Julian stesso dice che quando Anna lo guarda vede solo quello che lui ha dentro il suo cuore e non quello che appare di lui all'esterno.

6 - Ci puoi raccontare, se c’è, un aneddoto sul tuo libro?

Il mio pc è esploso nel momento in cui stavo scrivendo una delle parti più toccanti della storia. Ha fatto solo PUF e si è spento, facendomi perdere tutto lo scritto che avevo impiegato ore a creare e di cui ero fierissima perchè era esattamente come volevo che fosse scritto. Il cuore mi si è fermato insieme al pc. Ho cercato di recuperare i dati ma non ci sono più riuscita. Ho riscritto poi ovviamente quella parte ma, ancora oggi, a distanza di più di quattro anni, sono convinta che bella come l'avevo scritta quella prima volta non mi è più venuta, e non mi verrebbe neanche se la
riscrivessi altre cento volte.

7 – Come mai i nomi sono tutti stranieri tranne quella della protagonista?

Alcuni nomi mi piacciono semplicemente, altri me li ispirano gli amici oppure i familiari. Conrad, il padre di Anna, per esempio viene da Corrado, mio nonno. Gli altri bene o male sono scelti o per il loro significato o solo per gusto personale. Anche nel sequel, Ci pensa il cielo, la maggior parte dei nomi è scelta per ragioni sentimentali e per significato.

8 – Oltre alla scrittura quali sono le altre tue passioni?

La lettura, ovviamente, e il cinema. Pratico la Kick boxing  e colleziono oggettistica cinematografica. Viaggio tutte le volte che posso. Ti confesso che su di me c'è pochissimo da sapere, sono una persona molto noiosa forse da questo punto di vista.

9 - Quali sono i tuoi autori e libri preferiti: puoi citarmene un paio?

Il mio libro preferito è da anni Cime Tempestose, ma il mio genere fatto su misura per me è in assoluto l'horror.

10 - Sperando in un altro tuo libro. ti chiedo se puoi anticiparci qualcosa circa i tuoi progetti per il futuro?

Guarda, io ho provato a cimentarmi in generi diversi durante questi anni ma alla fine il nodo di ogni storia diventa sempre la storia d'amore tra l'eroe e l'eroina e benché io non ami particolarmente questo genere di letteratura, mi arrendo al fatto che evidentemente è l'unica che so scrivere ahahahah

11 - Infine una curiosità: qual è stato il tuo ultimo libro che hai comprato e/o letto?

Adoro Joel Dicker e ho letto ''Il libro dei Baltimore'' amandolo quasi quanto ''La verità sul caso Harry Quebert'' che secondo me è uno dei libri più belli mai scritti perchè ha tutto quello che deve avere un libro: ha il mistero, l'amore, il sesso, il crimine, i dialoghi sono intensi, il finale è pazzesco. Tutti i libri dovrebbero essere scritti così.

Grazie di aver risposto alle mie domande !

A presto
Gabriele





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