Intervista all'autore: Guido Tonini


Buongiorno lettrici e lettori,
per il momento dell’intervista vi propongo quella realizzata a un giovane e bravo scrittore: Guido Tonini. La recensione del suo intenso libro “Non è la luce” la trovate nel blog e vi invito a leggerla, nel caso non l’aveste fatta, per poi immergervi nelle sue ottime risposte qui sotto.


Guido Tonini nasce a Roma il 30 maggio 1991. Dopo aver concluso felicemente gli studi liceali si laurea in Economia e Direzione delle Imprese a 23 anni, presso la Libera Università degli Studi Sociali di Roma.
Sin da giovanissimo scrivere è la sua passione e partecipa a diversi concorsi con successo: nel 2008 e nel 2009 risulta tra i venticinque semifinalisti nel Campiello Giovani, mentre nel 2011 e 2012 è il vincitore di due concorsi letterari universitari. "Non è la luce" è il suo primo libro.

1 –  Se ce ne sono state, che difficoltà hai incontrato durante la stesura e la pubblicazione del libro?
  
Nella pubblicazione non ho trovato alcuna difficoltà: ho inviato il libro a una sola casa editrice, Lettere Animate, che si è dimostrata all'altezza delle mie aspettative e che ringrazio moltissimo. Ho scelto loro perchè sono tra i pochi a garantire tempi di risposta sensati (3 mesi) e nessun costo di pubblicazione. Scrivere il libro è stato certamente più complesso, per me scrivere è davvero impegnativo, non sono quel tipo di scrittore che animato dal fuoco sacro dell'ispirazione passa la notte a scrivere ininterrottamente, ammesso che esista. Io passo un'infinità di tempo con le mani ferme sulla tastiera e poi a correggere e modificare quanto scritto, senza contare tutta la fase di ideazione di ogni storia/personaggio che comporta giorni e settimane senza mettere mano al documento e infine ci sono le volte in cui rileggi e sembra tutto privo di valore che di certo non aiutano. 
  
2 –  Complimenti per il tuo modo molto particolare di scrivere, molto coinvolgente: quando e come è nata la tua passione per la scrittura?
  
Ti ringrazio, è una cosa a cui tengo molto. Ho iniziato a scrivere in terzo liceo per partecipare a un concorso di racconti nazionale, il Campiello Giovani, o almeno identifico quel momento come primo esperimento di scrittura creativa. Quel concorso andò piuttosto bene e arrivai tra i primi 25 e quindi ho partecipato anche l'anno successivo e poi ho vinto due concorsi di racconti all'università... diciamo che i concorsi mi hanno aiutato molto nel coltivare questa passione, anche perché il concorso ti dà una scadenza e a volte anche un tema, quindi è un po' più facile essere disciplinati. Finita l'università e anche i concorsi ho deciso che era il momento di provare a scrivere un libro e dopo un esperimento fallito e lasciato a metà, eccoci qua a parlare di Non è la luce.
  
3 – Che rapporto hai con il dialogo, il confronto con le persone dato che nel libro mi pare sia molto presente ?
  
Credo molto nel dialogo, penso sia sempre un'occasione per comprendere un punto di vista diverso, che viene da una persona diversa, che ha un'altra percezione della realtà. Poi ovviamente sono molto più timido nella vita di tutti i giorni e mi riesce complicato aprirmi con chi non conosco. Nella scrittura è diverso, scrivere dialoghi mi ha sempre divertito, feci anche un corso di sceneggiatura quando ero all'università e fu molto istruttivo in questo senso.
  
4 – Come mai hai voluto inserire pezzi di canzoni durante il racconto del personaggio Cantante (ok il fatto che è il suo ruolo) ?

La storia della cantante è l'ultima del libro ed è una possibile risposta alla domanda iniziale. In altre parole, prova a spiegare cosa, secondo me, caratterizza l'essere umano nella sua natura più sincera, quella che appunto si vede solamente "al buio". Volevo quindi parlare della capacità dell'uomo di sognare, nel senso ampio del termine, ovvero della capacità di sapersi trasportare nel tempo e nello spazio, immaginando e trasformando il passato, il futuro e il presente. La musica è il collante di quella storia, dal ritmo dei passi, al pianoforte, dalle canzoni inserite fino al battito del cuore. Per quanto riguarda le canzoni nello specifico, le ho volute inserire perché per me erano adatte alla scena e mi piaceva l'idea di mischiarle e confonderle, così come si mischiano pensieri e ricordi, passato e presente. Anche le parole non sono casuali. Come per tutto, questa era l'intenzione, poi il risultato è un'altra cosa. 

5 - Ci puoi raccontare, se c’è, un aneddoto sul tuo libro?

Di aneddoti ce ne sono diversi, principalmente legati a come sono nate le storie. Proprio qualche giorno fa mi sono imbattuto in un mio appunto del giorno in cui ho pensato che questo sarebbe stato il libro da scrivere. Ero in treno, in un pomeriggio invernale e saltò effettivamente la luce nella carrozza in cui stavo, poco prima che imboccassimo una galleria. Penso capiti a chiunque viaggi in treno di sentirsi in qualche modo costretto in un ambiente limitato, con persone sconosciute e sembra che tutti siano molto attenti a non invadere lo spazio degli altri, a non toccarli, a non fissarli troppo, a non origliare le conversazioni in modo esplicito ecc. è anche una questione di educazione. Quando andò via la luce si creò un'atmosfera strana, in cui sembrava che tutti fossero più liberi, liberi di guardare gli altri, senza essere guardati. Nasce un po' da quel viaggio, la mia ricerca di cosa siamo quando siamo noi stessi, "al buio".

6 – So che quando uno autore scrive, tutto ciò che racconta è dentro se stesso come un figlio, ma se ti chiedessi a quale storia o personaggio del tuo libro ti senti più vicino o affezionato?

E' effettivamente difficile rispondere a questa domanda, perchè c'è molto di personale in ogni storia. Se proprio devo fare una scelta sono molto affezionato alla storia dei 4 ragazzi, Rosso, Verde, Giallo e Blu. Sono finite lì dentro tante cose diverse e ho visto i genitori di un mio amico commuoversi per quelle parole. è stato molto bello
  
7– Una curiosità personale: ti piacerebbe, o hai mai pensato, di scrivere un libro a quattro mani?
  
Non ho mai pensato seriamente a un progetto del genere finora. Credo che possa essere un'esperienza molto interessante ma anche estremamente complessa. Ammesso che quattro mani si trovino d'accordo sul tema del libro, sulla finalità e i concetti che si vogliono toccare o addirittura sulla trama, penso che sia molto complesso allineare lo stile e rendere il tutto omogeneo e continuo. Poi il fatto che sia difficile non vuol dire che sia impossibile e credo che se ce ne fosse l'occasione la prenderei in considerazione.
  
8 – Oltre alla scrittura quali sono le altre tue passioni?
  
Sono un ascoltatore onnivoro di musica: in questo momento sono molto attratto da alcuni autori dell'indie italiano (Calcutta, Cosmo, Iosonouncane per dirne alcuni). A mio avviso hanno riportato al centro dei brani dei testi di valore, dei contenuti e la voglia di sperimentare. Poi, ovviamente, sono un tifoso sfegatato della Roma e quello è amore non è nemmeno passione.
  
9- Quali sono i tuoi autori e libri preferiti: puoi citarmene un paio?
  
Ci sono degli autori che credo abbiano avuto una grande influenza su di me  e penso a grandi classici della letteratura italiana come Svevo, Pirandello e Calvino. "Se una notte d'inverno un viaggiatore" è stato dirompente per me. Poi sono molto affezionato a "Sulla strada" (Kerouac) e "Chiedi alla polvere" (Fante), che mi hanno lasciato immagini che in qualche modo entrano ancora nella mia scrittura.
  
10 - Sperando in un altro tuo libro, ti chiedo se puoi anticiparci qualcosa dei progetti per il futuro?
  
Altra domanda difficile. Sono certo che scriverò un altro libro ma in questo momento ho solo alcune idee molto confuse. Prima di iniziare a scrivere devo essere convinto che il tema che affronto, quello che penso in merito, sia qualcosa che valga la pena leggere, a prescindere dallo stile che è sempre qualcosa che viene dopo secondo me. Prima di tutto c'è l'imperativo categorico di non scrivere banalità, o almeno di provarci.
  
11 - Infine una curiosità: qual è stato il tuo ultimo libro che hai comprato e/o letto?
  
L'ultimo libro che ho letto è "La Profezia dell'Armadillo" di Zerocalcare, che è un piccolo capolavoro a mio avviso. Se il fumetto non vale, l'ultimo libro è "Canto della Pianura" di Kent Haruf.

Grazie di aver risposto alle mie domande!

A presto
Gabriele


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