Intervista all'autore: Guido Tonini
Buongiorno
lettrici e lettori,
per il
momento dell’intervista vi propongo quella realizzata a un giovane e bravo
scrittore: Guido Tonini. La recensione del suo intenso libro “Non è la luce” la
trovate nel blog e vi invito a leggerla, nel caso non l’aveste fatta, per poi
immergervi nelle sue ottime risposte qui sotto.
Sin da
giovanissimo scrivere è la sua passione e partecipa a diversi concorsi con
successo: nel 2008 e nel 2009 risulta tra i venticinque semifinalisti nel
Campiello Giovani, mentre nel 2011 e 2012 è il vincitore di due concorsi
letterari universitari. "Non è la luce" è il suo primo libro.
1 – Se ce ne sono state, che difficoltà hai
incontrato durante la stesura e la pubblicazione del libro?
Nella
pubblicazione non ho trovato alcuna difficoltà: ho inviato il libro a una sola
casa editrice, Lettere Animate, che si è dimostrata all'altezza delle mie
aspettative e che ringrazio moltissimo. Ho scelto loro perchè sono tra i pochi
a garantire tempi di risposta sensati (3 mesi) e nessun costo di pubblicazione.
Scrivere il libro è stato certamente più complesso, per me scrivere è davvero
impegnativo, non sono quel tipo di scrittore che animato dal fuoco sacro
dell'ispirazione passa la notte a scrivere ininterrottamente, ammesso che
esista. Io passo un'infinità di tempo con le mani ferme sulla tastiera e poi a
correggere e modificare quanto scritto, senza contare tutta la fase di
ideazione di ogni storia/personaggio che comporta giorni e settimane senza
mettere mano al documento e infine ci sono le volte in cui rileggi e sembra
tutto privo di valore che di certo non aiutano.
2 – Complimenti per il tuo modo molto particolare
di scrivere, molto coinvolgente: quando e come è nata la tua passione per la
scrittura?
Ti
ringrazio, è una cosa a cui tengo molto. Ho iniziato a scrivere in terzo liceo
per partecipare a un concorso di racconti nazionale, il Campiello Giovani, o
almeno identifico quel momento come primo esperimento di scrittura creativa.
Quel concorso andò piuttosto bene e arrivai tra i primi 25 e quindi ho
partecipato anche l'anno successivo e poi ho vinto due concorsi di racconti
all'università... diciamo che i concorsi mi hanno aiutato molto nel coltivare
questa passione, anche perché il concorso ti dà una scadenza e a volte anche un
tema, quindi è un po' più facile essere disciplinati. Finita l'università e
anche i concorsi ho deciso che era il momento di provare a scrivere un libro e
dopo un esperimento fallito e lasciato a metà, eccoci qua a parlare di Non è la
luce.
3 – Che
rapporto hai con il dialogo, il confronto con le persone dato che nel libro mi
pare sia molto presente ?
Credo molto
nel dialogo, penso sia sempre un'occasione per comprendere un punto di vista
diverso, che viene da una persona diversa, che ha un'altra percezione della
realtà. Poi ovviamente sono molto più timido nella vita di tutti i giorni e mi
riesce complicato aprirmi con chi non conosco. Nella scrittura è diverso,
scrivere dialoghi mi ha sempre divertito, feci anche un corso di sceneggiatura
quando ero all'università e fu molto istruttivo in questo senso.
4 – Come
mai hai voluto inserire pezzi di canzoni durante il racconto del personaggio
Cantante (ok il fatto che è il suo ruolo) ?
La storia
della cantante è l'ultima del libro ed è una possibile risposta alla domanda
iniziale. In altre parole, prova a spiegare cosa, secondo me, caratterizza
l'essere umano nella sua natura più sincera, quella che appunto si vede
solamente "al buio". Volevo quindi parlare della capacità dell'uomo
di sognare, nel senso ampio del termine, ovvero della capacità di sapersi
trasportare nel tempo e nello spazio, immaginando e trasformando il passato, il
futuro e il presente. La musica è il collante di quella storia, dal ritmo dei
passi, al pianoforte, dalle canzoni inserite fino al battito del cuore. Per
quanto riguarda le canzoni nello specifico, le ho volute inserire perché per me
erano adatte alla scena e mi piaceva l'idea di mischiarle e confonderle, così
come si mischiano pensieri e ricordi, passato e presente. Anche le parole non
sono casuali. Come per tutto, questa era l'intenzione, poi il risultato è
un'altra cosa.
5 - Ci puoi
raccontare, se c’è, un aneddoto sul tuo libro?
Di aneddoti
ce ne sono diversi, principalmente legati a come sono nate le storie. Proprio
qualche giorno fa mi sono imbattuto in un mio appunto del giorno in cui ho
pensato che questo sarebbe stato il libro da scrivere. Ero in treno, in un
pomeriggio invernale e saltò effettivamente la luce nella carrozza in cui
stavo, poco prima che imboccassimo una galleria. Penso capiti a chiunque viaggi
in treno di sentirsi in qualche modo costretto in un ambiente limitato, con
persone sconosciute e sembra che tutti siano molto attenti a non invadere lo
spazio degli altri, a non toccarli, a non fissarli troppo, a non origliare le
conversazioni in modo esplicito ecc. è anche una questione di educazione.
Quando andò via la luce si creò un'atmosfera strana, in cui sembrava che tutti
fossero più liberi, liberi di guardare gli altri, senza essere guardati. Nasce
un po' da quel viaggio, la mia ricerca di cosa siamo quando siamo noi stessi,
"al buio".
6 – So che
quando uno autore scrive, tutto ciò che racconta è dentro se stesso come un
figlio, ma se ti chiedessi a quale storia o personaggio del tuo libro ti senti
più vicino o affezionato?
E'
effettivamente difficile rispondere a questa domanda, perchè c'è molto di
personale in ogni storia. Se proprio devo fare una scelta sono molto
affezionato alla storia dei 4 ragazzi, Rosso, Verde, Giallo e Blu. Sono finite
lì dentro tante cose diverse e ho visto i genitori di un mio amico commuoversi
per quelle parole. è stato molto bello
7– Una
curiosità personale: ti piacerebbe, o hai mai pensato, di scrivere un libro a
quattro mani?
Non ho mai
pensato seriamente a un progetto del genere finora. Credo che possa essere
un'esperienza molto interessante ma anche estremamente complessa. Ammesso che
quattro mani si trovino d'accordo sul tema del libro, sulla finalità e i
concetti che si vogliono toccare o addirittura sulla trama, penso che sia molto
complesso allineare lo stile e rendere il tutto omogeneo e continuo. Poi il
fatto che sia difficile non vuol dire che sia impossibile e credo che se ce ne
fosse l'occasione la prenderei in considerazione.
8 – Oltre
alla scrittura quali sono le altre tue passioni?
Sono un
ascoltatore onnivoro di musica: in questo momento sono molto attratto da alcuni
autori dell'indie italiano (Calcutta, Cosmo, Iosonouncane per dirne alcuni). A
mio avviso hanno riportato al centro dei brani dei testi di valore, dei
contenuti e la voglia di sperimentare. Poi, ovviamente, sono un tifoso
sfegatato della Roma e quello è amore non è nemmeno passione.
9- Quali
sono i tuoi autori e libri preferiti: puoi citarmene un paio?
Ci sono
degli autori che credo abbiano avuto una grande influenza su di me e penso a grandi classici della letteratura
italiana come Svevo, Pirandello e Calvino. "Se una notte d'inverno un
viaggiatore" è stato dirompente per me. Poi sono molto affezionato a
"Sulla strada" (Kerouac) e "Chiedi alla polvere" (Fante),
che mi hanno lasciato immagini che in qualche modo entrano ancora nella mia scrittura.
10 -
Sperando in un altro tuo libro, ti chiedo se puoi anticiparci qualcosa dei
progetti per il futuro?
Altra
domanda difficile. Sono certo che scriverò un altro libro ma in questo momento
ho solo alcune idee molto confuse. Prima di iniziare a scrivere devo essere
convinto che il tema che affronto, quello che penso in merito, sia qualcosa che
valga la pena leggere, a prescindere dallo stile che è sempre qualcosa che
viene dopo secondo me. Prima di tutto c'è l'imperativo categorico di non scrivere
banalità, o almeno di provarci.
11 - Infine
una curiosità: qual è stato il tuo ultimo libro che hai comprato e/o letto?
L'ultimo
libro che ho letto è "La Profezia dell'Armadillo" di Zerocalcare, che
è un piccolo capolavoro a mio avviso. Se il fumetto non vale, l'ultimo libro è
"Canto della Pianura" di Kent Haruf.
Grazie di aver risposto alle mie domande!
A presto
Gabriele
Gabriele
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