Intervista alll'autore: Stefano Giannotti
Care lettrici e cari lettori,
vi propongo la terza
intervista all’autore, questa volta è Stefano Giannotti che ha gentilmente risposto
alle mie domande. Devo ammettere che
sono fortunato perché le loro risposte sono sempre molto interessanti. Correte
a leggerle e mi darete ragione.
Inoltre vi ricordo che nella sezione "Recensioni" trovate quella che ho scritto dopo aver letto il suo libro "Alla ricerca dell'isola perduta".
La passione per scrivere l’ho sempre avuta, da adolescente
scrivevo poesie ignobili. Da pochi anni, dopo un evento che mi ha segnato,
volevo proporre ad altri le emozioni che provo.
2 – Hai uno scrittore di riferimento?
Lo stimolo a scrivere me lo ha dato Proust. Erano anni che
volevo leggere La recherche e forse non è stato un caso che l’abbia fatto dopo
quell’evento. Vorrei avere però la cultura e lo stile di Jorge Luis Borges.
3 – Quanto tempo ci
hai messo a scrivere il tuo libro?
Scrivere un libro è simile al mio lavoro di informatico.
Quando hai da fare un programma le prime righe di codice vengono bene, il
problema è nel verificare che tutto funzioni e renderlo leggibile ad altri. Per
il libro è la stessa cosa, le idee arrivano di getto, le correzioni al
contrario sono molto lunghe. Alla fine ci è voluto un anno. Aggiungo, come ho
scritto nel libro, che oggi siamo fortunati perché hai a disposizione la rete
per ricavare informazioni e scrivere bene parole e nomi, mi inchino di chi come
Joyce o Hugo scrivevano con carta e penna.
4 – Nel tuo libro vengono citati molti autori del passato,
se potessi rinascere quale autore vorresti essere?
Se parliamo di vita senza dubbio Conrad, vero uomo di mare e
autore di libri stupendi. Se al contrario si parla di che cosa avrei voluto
scrivere, in questo caso mi trovo in difficoltà nella scelta. A me piace molto
la poesia per cui dico I canti di Leopardi.
5 – Dove hai tratto l’ispirazione per questo tuo libro?
Non c’è stata un’ispirazione precisa se non i libri di Jean-Claude
Izzo, il quale trasmetteva un amore così intenso per la sua città, Marsiglia,
che volevo cercare di dire anche io quello che ho per il mare e per le mie
radici. Inizialmente doveva essere un vero viaggio poi, dal momento che la
letteratura è la dimostrazione che la vita non basta, ho sognato di trovare
l’autore francese al porto vecchio, da lì è nato il viaggio onirico.
6 - Quali sono, secondo te, gli ingredienti che servono in
una storia?
Questa è una domanda difficile perché tutto dipende dalla storia
che uno vuole. Tolkien e Lewis erano talmente delusi da quelle che leggevano
che decisero di scriversele da sole. Ho saputo che Giorgio Gaber alla domanda
se avesse il terrore di avere pochi spettatori ai suoi spettacoli rispose in un
modo particolare. Il suo dispiacere era che al termine le persone non si
fermassero a parlare tra loro dei temi narrati. Ecco, secondo me una storia è
interessante se una volta terminata ti ha lasciato con qualcosa da pensare e
discutere.
7 – Nel tuo libro vengono citati molti libri interessanti,
ce ne consigli ora uno recente?
Amando Borges e tutti i suoi pensieri sul tempo ho molto
apprezzato l’ultimo libro di Carlo Rovelli, parla di problematiche fisiche in
modo molto semplice.
8 – Hai un aneddoto o una curiosità da raccontarci circa la
stesura del tuo libro?
Ero terrorizzato dal finale, da lettore le conclusioni
banali mi demoralizzano. Ci ho messo molto a trovarne uno decente, poi
qualsiasi idea avessi, scoprivo che era già stata scritta. È vero che Borges
affermava che tutto è copiato ma avendo già preso spunto da Pirandello per
l’inizio, simulare un altro autore non aveva senso. Per cui ho preso spunto
dallo scrittore argentino e ho immaginato di essere nel giardino dei sentieri
che si biforcano.
9 – Cosa c'è di autobiografico in questo tuo libro?
La parola autobiografico mi turba perché alla fine si scrive
di cose viste o vissute, senza che queste debbano per forza essere
effettivamente andate in quel modo. C’è molto di personale, sono tutte
sensazioni o emozioni che vivo o ho vissuto. In particolare c’è l’amore per i
libri che spero di aver trasmesso e per la mia città natale, Piombino, che
invito a visitare.
10 – La copertina, secondo me, è davvero bella e ci fa già
immergere nella storia: come è nata ?
La storia inizialmente doveva essere qualcosa che ricordasse
Moby Dick, ecco il veliero. Da giovane, prima di andare a scuola, passavo
sempre a vedere il mare. Da Piombino si scorgono molte isole dell’arcipelago
toscano e per me era buon auspicio scorgere Montecristo a sinistra dell’Elba.
Tra l’altro, essendo riserva naturale, non era possibile visitarla per cui
assumeva un fascino misterioso. Poi la coppia vascello isola si abbinava bene
al titolo che in realtà è un tributo a Proust.
11 – Qual è stato l’ultimo libro che hai comprato?
Ho comprato una edizione illustrata de Le mille e una notte,
amo troppo questo libro.
12 - Progetti per il
futuro?
Ho trovato un editore per il mio prossimo romanzo che spero
esca a breve nel 2018, una storia ancora legata ai libri. Poi ho fatto stampare
un libro di poesie che proverò a far leggere, se poi piace cercheremo un
editore anche per questo.
Grazie mille del tempo che mi hai dedicato e delle tue risposte!
A presto !!!
Commenti
Posta un commento