Il libro del giorno - 29 dicembre 2017
Ciao a tutti e
bentornati sul blog anche in questi giorni festivi, in cui alcuni di voi sono
in vacanza. Mi auguro che vi stiate riposando ed ovviamente leggendo.
Oggi vi
consiglio un libro molto toccante che lascia un segno nel cuore. Mostra come la
vita vada affrontata nonostante le grandi difficoltà che si possono incontrare
lungo la nostra strada e che anche davanti alla sofferenza non bisogna mai
arrendersi, ma lottare e tenere duro per il bene delle persone che amiamo. La
protagonista dimostra un carattere forte tenace, a volte ha momenti di umana
debolezza, poi reagisce e diventa una leonessa. L'ho ammirata e apprezzata
molto. Se lo leggerete o l’avete già letto, fatemi sapere un vostro parere nei
commenti qui sotto.
Di Valeria
Parrella
Editore: Einaudi
Pagine: 136
Prezzo: euro 10,00
Uscito in
tascabile il 5 maggio 2015
Uscito prima
edizione il 2 gennaio 2014
Trama
Fare il nodo ai
lacci delle scarpe, colorare dentro i contorni, lavare bene i denti (anche
quelli in fondo), salire scale sempre nuove senza stringere per forza il
corrimano. E poi: avere lo sguardo lungo, separare l'ansia dal pericolo vero,
vincere, perdere, aspettare, agire, confidarsi, farsi valere, rassegnarsi. A
dover imparare tutto ciò, in questo romanzo colmo d'energia e dal potere
medicamentoso, sono una donna e il suo bambino. Lei ha l'esperienza, mentre lui
per capire mira all'essenziale; lei ha occhi pronti a cogliere ogni spigolo,
mentre lui da dietro gli occhiali le insegna a leggere il mondo a due
dimensioni. Davanti a loro si stagliano tutti gli ostacoli possibili, e per
fronteggiarli hanno a disposizione molta paura e altrettante armi. La paura è
quella di non farcela, e le armi a ben guardare sono le stesse della
letteratura: nominare le cose, percorrerle, trasfigurarle, lasciarle andare.
Tenendosi per mano - ma chi reggendo chi è difficile dirlo si muovono tra
fisioterapisti e burocrati, insegnanti e compagni di classe, barcollando o
danzando, ma sempre stringendo nel pugno una parola difficile che comincia per
"H", e che sembra impossibile far germogliare. Perché se hai tatuato
addosso il numero 104 - quello della legge sulla disabilità - e vivi in un
mondo "che non ha proprio la forma della promessa", mettere un passo
dopo l'altro diventa ogni giorno più difficile. Ma c'è chi prima di loro e
insieme a loro ha solcato lo stesso mare impetuoso...
Dalla
seconda/terza di copertina
E poi: avere lo
sguardo lungo, separare l’ansia dal pericolo vero, vincere, perdere, aspettare,
agire, confidarsi, farsi valere, rassegnarsi. A dover imparare tutto ciò, in
questo romanzo colmo d’energia e dal potere medicamentoso, sono una donna e il
suo bambino. Lei ha l’esperienza, mentre lui per capire mira all’essenziale;
lei ha occhi pronti a cogliere ogni spigolo, mentre lui da dietro gli occhiali
le insegna a leggere il mondo a due dimensioni. Davanti a loro si stagliano
tutti gli ostacoli possibili, e per fronteggiarli hanno a disposizione molta
paura e altrettante armi. La paura è quella di non farcela, e le armi a ben
guardare sono le stesse della letteratura: nominare le cose, percorrerle,
trasfigurarle, lasciarle andare. Tenendosi per mano – ma chi reggendo chi è
difficile dirlo – si muovono tra fisioterapisti e burocrati, insegnanti e
compagni di classe, barcollando o danzando, ma sempre stringendo nel pugno una
parola difficile che comincia per «H», e che sembra impossibile far
germogliare. Perché se hai tatuato addosso il numero 104 – quello della legge
sulla disabilità – e vivi in un mondo «che non ha proprio la forma della
promessa», mettere un passo dopo l’altro diventa ogni giorno piú difficile. Ma
c’è chi prima di loro e insieme a loro ha solcato lo stesso mare impetuoso,
facendosi le stesse domande: «Stiamo tornando indietro o andando avanti? Quando
si è in navigazione da tanti anni si perde la rotta». Tempo di imparare è un
libro scritto in prima persona, in cui «io» e «tu» diventano un’unica cosa:
«irriducibili l’uno all’altro, eppure intercambiabili». La voce di Valeria
Parrella – intima, abissale – dice il momento in cui la relazione tra ogni
genitore e ogni figlio si strappa, il binomio si scompone, e ci si guarda da
lontano: per intero.
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