Il premio "Strega" 2017 è stato vinto da Paolo
Cognetti con il libro "Le otto montagne" edizioni Einaudi.
La cinquina degli autori e dei libri finalisti al Premio
Strega 2017
Paolo Cognetti, Le
otto montagne (Einaudi) con 281
Teresa Ciabatti, La più amata (Mondadori) con 177
Wanda Marasco, La compagnia delle anime finte (Neri Pozza)
con 175
Alberto Rollo, Un’educazione milanese (Manni) con 160
Matteo Nucci, È giusto obbedire alla notte (Ponte alle
Grazie) con 158
Paolo Cognetti è nato a Milano nel 1978 ha cominciato a
scrivere verso i diciotto anni. E' stato alpinista e matematico. Ha deciso di
fare lo scrittore dopo aver visto il film "L'attimo fuggente", nel 1992.Nel 2009
ha vinto il premio Lo Straniero, riconoscimento
attribuito dalla rivista Lo Straniero diretta da Goffredo Fofi ad artisti,
saggisti, operatori, iniziative culturali e sociali di particolare spessore e
generosità
Tra le sue opere vi segnalo:
2004 - Manuale per ragazze di successo (Finalista al Premio
Bergamo 2005)
2010 - New York è una finestra senza tende
2012 - Sofia si veste sempre di nero (Finalista al Premio
Strega 2013)
2013 - Il ragazzo selvatico. Quaderno di montagna
2016 - Le otto montagne
Trama "Le otto montagne"
Pietro è un ragazzino di città, solitario e un po'
scontroso. La madre lavora in un consultorio di periferia, e farsi carico degli
altri è il suo talento. Il padre è un chimico, un uomo ombroso e affascinante,
che torna a casa ogni sera dal lavoro carico di rabbia. I genitori di Pietro
sono uniti da una passione comune, fondativa: in montagna si sono conosciuti,
innamorati, si sono addirittura sposati ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo. La
montagna li ha uniti da sempre, anche nella tragedia, e l'orizzonte lineare di
Milano li riempie ora di rimpianto e nostalgia. Quando scoprono il paesino di
Grana, ai piedi del Monte Rosa, sentono di aver trovato il posto giusto: Pietro
trascorrerà tutte le estati in quel luogo "chiuso a monte da creste grigio
ferro e a valle da una rupe che ne ostacola l'accesso" ma attraversato da
un torrente che lo incanta dal primo momento. E li, ad aspettarlo, c'è Bruno,
capelli biondo canapa e collo bruciato dal sole: ha la sua stessa età ma invece
di essere in vacanza si occupa del pascolo delle vacche. Iniziano così estati
di esplorazioni e scoperte, tra le case abbandonate, il mulino e i sentieri più
aspri. Sono anche gli anni in cui Pietro inizia a camminare con suo padre,
"la cosa più simile a un'educazione che abbia ricevuto da lui".
Perché la montagna è un sapere, un vero e proprio modo di respirare, e sarà il
suo lascito più vero: "Eccola li, la mia eredità: una parete di roccia,
neve, un mucchio di sassi squadrati, un pino". Un'eredità che dopo tanti
anni lo riavvicinerà a Bruno.
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