Intervista all'autore: Andrea Tagliaferri
Ciao a
tutti,
questa settimana è il
turno di Andrea Tagliaferri e del suo libro “L’astronauta perduto”, qui sotto potete leggere le sue interessanti risposte. La recensione del libro la trovate
sul blog.
Andrea
Tagliaferri nasce a Firenze nel 1988. È laureato in filosofia e vive in
Mugello, dove fa il garzone nella bottega di famiglia. Ha un blog
(https://astronautaperduto.blogspot.it) su cui scrive racconti e riflessioni da
alcuni anni. Ha poesie e racconti in varie antologie. Collabora con il filo.net
e si occupa di cronaca, ha scritto su Fuoribinario. É coautore di Change your
groove!, un programma radiofonico che unisce musica e letteratura. Ha scritto
monologhi recitati a teatro e collabora con vari artisti fiorentini.
1 – Come è nata l’idea di questo romanzo e quanto
tempo ci hai messo a scriverlo?
Ho scritto
la prima bozza del libro nell'inverno del 2012. Avevo appena ricominciato a
fare l'università, ma le cose non stavano andando per il verso giusto. Così,
rigonfio di stress come ero, dedicarmi alla scrittura di un romanzo mi
alleggeriva, mi faceva stare bene. Tuttavia, va detto che il libro nasce, di
fatto, anche per un'altra necessità: il desiderio di scrivere qualcosa di più
strutturato rispetto ai racconti che scrivevo (e scrivo) di solito. Dopo alcuni
mesi, da quell'inverno del 2012, ho messo la bozza in un cassetto e non ci ho
più pensato. Me lo sono ritrovato tra le mani due anni fa, a seguito di un
trasloco. Rileggendolo, mi è presa voglia di lavorarci un po' sopra e, dopo
qualche mese, l'ho spedito in giro. Nel 2016, Eclettica Edizioni mi ha
contattato, abbiamo lavorato ancora un po' sul testo e poi siamo usciti.
2 – Un pregio ed un difetto del protagonista?
Il
protagonista è perduto, e lo è per molti motivi. Leggendo il testo capirete
perché. Lotta contro se stesso e non solo. Questo è un pregio e un difetto allo
stesso tempo.
È un
personaggio tragico, ma a volte emersoniano, costruttore di miti. Illuso, ma
ancorato al presente; astronauta perché lontano da molte logiche contemporanee,
senza tuttavia essere un eremita.
3 – Mi descriveresti il tuo romanzo con tre
aggettivi?
Moderno,
aperto (nel senso che ne dà Umberto Eco in Opera aperta) e divertente.
4 – Quali
sensazioni e/o emozioni hai provato mentre lo scrivevi?
Ho provato
emozioni contrastanti. La bozza iniziale era molto cupa poiché rifletteva un
periodo molto stressante. Il lavoro svolto a seguito della riscoperta del
manoscritto, dopo il trasloco, ha alleggerito il testo, in parte diluendolo. È
stato strano riemmergermi in stati d'animo che ormai avevo superato, ma è stato
un lavoro utile anche a me stesso, un po' come ritrovare una foto di molti anni
prima e vedere dove, e come, sei cambiato. Un testo, per ritmo e contenuti,
racconta di uno scrittore più di quanto egli sappia di se stesso. Credo che, in
parte, nel libro siano presenti quel guazzabuglio di emozioni che prova un
ventenne.
5 – Ho
trovato molto carino e comodo il formato del libro: è stata una tua scelta e
come è avvenuta?
Sì,
confermo. Il formato del libro è molto carino e comodo. La scelta è stata di
Andrea Pannocchia, editor di Eclettica. Confrontandoci, e provando a vedere il
libro dall'esterno, dall'alto si potrebbe dire, erano emerse alcune prospettive
interessanti: filosofia portatile e di agile comprensione, comodità di lettura,
storia semplice. La trasposizione corporea di questi elementi, si è poi
concretizzata nel formato finale del libro. Per quello che riguarda la
copertina, è stata mia l'idea di affidare il disegno a Sara Calà (un'artista
tanto talentuosa quanto svitata), la quale, dopo aver letto il testo, ha
buttato giù alcuni bozzetti. Tra questi, il vincente è stato uno dei primi,
quello rimasto “allo stato di bozza” che rimanda un po' alla copertina del
Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry.
6 – Il “Lago
Verità” esiste davvero da qualche parte o quale zona te lo ha fatto venire in
mente?
Il lago
della Verità è frutto della mia fantasia. Tuttavia, qua in Mugello, ci sono
molti laghi che, da pescatore incallito quale sono, conosco molto bene. Il Lago
della Verità è un po' una summa dei laghi della mia zona.
7 – Ci puoi
raccontare, se c’è, un aneddoto sul tuo libro?
Sul libro
ci sono molti aneddoti simpatici. Quando ho saputo che saremo andati in stampa,
ho fatto leggere in anteprima il libro a mia nonna, la quale, un po' turbata
dal contenuto, mi ha portato a camminare con sé per sapere quanto di vero ci
fosse. L'ho rassicurata, ma è ancora convinta che non le abbia detto il vero.
8 – Oltre
alla scrittura quali sono le altre tue passioni?
Amo
pescare, leggere, camminare con i miei cani, trascorrere del tempo con la mia
ragazza e nostra figlia.
9 – Quali
sono i tuoi autori e libri preferiti: puoi citarmene un paio?
Sono un
lettore onnivoro e uno scrittore bulimico. Leggo di tutto e i miei gusti cambiano
costantemente. Dovendo fare una lista, elenco gli autori a cui sono
maggiormente affezionato e che hanno influenzato L'astronauta perduto: Kerouac,
Fante, Salinger, David Foster Wallace, Genet, Richer, Bernard, Rousseau, Hesse
e Melville. I miei due libri preferiti sono Il gioco delle perle di vetro di
Hesse e I vagabondi del Dharma di Kerouac.
10 – C’è in
progetto un altro tuo libro?
Sì, sto
scrivendo un alrto libro che sta impegnando molto del mio tempo. Affronto alcuni
temi accennati nell'Astronauta perduto, ma la mia voce è cambiata, come lo è il
contesto. Il titolo provvisorio è Da due, e al momento il protagonista fa
sempre il garzone nella bottega di famiglia, si perde in soliloqui e vede nei
clienti feritoie di mondo che illuminano la sua esistenza. E poi tanto ancora,
granelli di vita reale mescolati a fantasia. Ma non voglio dire alto, il
cantiere è aperto e non so se l'idea che ho in testa riuscirà a concretizzarsi
nella maniera auspicata.
11 – Infine
una curiosità: qual è stato il tuo ultimo libro che hai comprato e/o letto?
Solitamente
compro libri usati; l'ultimo libro che ho comprato è Lo Zen e l'arte della
manutenzione della motocicletta di Robert M. Pirsig. Sto rileggendo l'Odissea
di Omero.
Grazie del
tempo che mi hai dedicato
A presto
Gabrio
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