Recensione: “Lei è scomparsa”
“Lei è
scomparsa”
Editore:
Piemme
Pagine: 446
Prezzo:
euro 18,90
Data di
uscita: 10 luglio 2018
Che fine
avrà fatto Edith? Che cosa le sarà successo? Queste sono le domande che ci
facciamo noi lettori insieme ai protagonisti di questo thriller. Un libro che,
oltre ad essere interessante ed avvincente per quanto riguarda le indagini che
vengono effettuate in modo puntiglioso e preciso, è anche molto stimolante
grazie ai personaggi ben delineati e psicologicamente appassionanti, in
particolare la protagonista Manon, una detective molto schietta, energica e
determinata che si svela, nel corso della storia, in tutta la sua umanità,
facendoci entrare nella sua vita come spettatori.
La tensione
si taglia a volte col coltello, il tempo, altro elemento molto importante della
storia, scorre veloce , troppo veloce, infatti dopo le 72 ore che una persona è
scomparsa la si considera morta. Tutto ciò è agghiacciante e provoca molta
sofferenza specialmente ai genitori della ragazza. Le indagini procedono a
ritmo serrato, i personaggi da interrogare sono molti, alcuni nascondono
diversi segreti, ma si cerca di non dare loro tregua in modo da farli
confessare ed ottenere maggiori informazioni. Si percepiscono molto bene
l’apprensione, l’inquietudine e la preoccupazione pagina dopo pagina e tutto
ciò grazie a Susie Steiner che è davvero brava nel farci entrare nella storia
ed a trasmetterci tutte queste sensazioni. Tic tac, tic tac… capitolo dopo
capitolo si procede nella lettura, durante lo scorrere delle ore ed insieme
alla polizia, anche noi lettori, cominciamo a fare le nostre supposizioni su
cosa sarà successo alla ragazza, chi riteniamo colpevole e specialmente temiamo
per la vita di Edith. Fino alla fine resteremo col fiato sospeso perché l’abile
autrice ci serve gli elementi dell’indagine in modo da non darci tregua. Ho
apprezzato i vari colpi di scena, specialmente presenti nelle vita dei diversi
personaggi, infatti molti di loro ci lasciano sorpresi per quello che
nascondono ed anche la vita della ragazza scomparsa, non è del tutto limpida e
perfetta, ma cela pure lei segreti e particolarità. Il finale è davvero impossibile da scoprirlo o
forse voi siete in grado? Io ne dubito. Mi è piaciuto partecipare alle
indagine, mi sono sentito coinvolto grazie alle ottime descrizioni,
specialmente a livello psicologico che ho apprezzato e che hanno regalato al
thriller un tocco importante, permettendoci di conoscere meglio i personaggi e di
capire alcuni loro comportamenti.
Concludo
con un passaggio del libro:
“Già. Sono
venti ore.” Rimangono in silenzio. Sanno entrambe che le prime settantadue ore
sono cruciali nei casi di persona scomparsa. La si trova, oppure si passa a
cercare un cadavere. “Se quel sangue è suo, come probabile, potrebbe essere lì fuori
a dissanguarsi in qualche giardino o piazzola….”
Trama
A
trentanove anni, Manon Bradshaw ha smesso da tempo di mandarla a dire: sia ai
suoi superiori della polizia del Cambridge-shire, sia agli uomini con cui esce
senza vedere la luce in fondo al tremendo tunnel degli appuntamenti al buio. Di
solito, dopo quelle serate disastrose, andando a letto (da sola), accende la
radio della polizia per addormentarsi cullata dal rumore dei ronzii. La
rincuora sapere che i suoi colleghi sono là fuori, il bene contro il male, a
occuparsi dell'ordinaria amministrazione della notte. Finché una sera, invece
di sprofondare nel sonno, Manon sente qualcosa che di ordinario non ha nulla.
Una chiamata per un caso di persona scomparsa - una studentessa di Cambridge,
che nessuno ha più visto dal mattino prima. Settantadue ore: tanto dura la
speranza in questi casi. Dopo, da una persona scomparsa si passa a cercare una
persona morta. Manon è subito sulla scena del crimine a mettere insieme gli
insoliti dettagli del caso: Edith Hind, ventenne, figlia di un noto chirurgo, è
scomparsa da casa sua lasciando la porta aperta, il passaporto, le chiavi della
macchina, il telefono, e una flebile scia di sangue. Manon capisce subito che
c'è qualcosa di strano, e si prepara a indagare sapendo che, se vuole ritrovare
Edith viva, ogni secondo è maledettamente importante.
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